21/03/19

Maurizio Masi, VIA DI CITTÀ


[Foto inviate da M. Masi]


VIA DI CITTÀ

(a F. R. H.)


Anche tu amavi le ombre,
non quelle domestiche
nascoste tra damaschi dorati,
polverosi,
tra panneggi pesanti di saloni
e stanze di passaggio.

Adoravi quelle libere,
agostane,
che riescono divertite,
lunghe, evanescenti,
sui selciati
e scherzano
al limite,
sole,
all’orizzonte.

In palazzi austeri,
dalle vecchie travature,
tra stemmi gentilizi,
nel sonno di primo pomeriggio,
quando il nemico riposa,
rapito da troppo sonno,
componevi,
oltre il tempo,
ore nuove,
ruotavi lancette di orologi,
meridiane di antichi,
impervi, monasteri.
Così ti divertivi,
all’insaputa di tutti,
fra altre ombre.

Ma via di Città,
nei primi freddi,
di questa domenica d’avvento,
(ti ha dimenticata?)
ha il suo buon numero di turisti:
curiosi, allegri
si volgono alle vetrine,
svicolano, sorridono,
si consultano sui prezzi,
si accalcano ai caffè,
o in fila per il quotidiano.

L’alto monogramma,
i raggi del sole tremulano luce,
contempla,
sempre tranquillo,
generoso.
Ignora la tua presenza,
né conosce i tuoi artifici,
declina le tue proposte.

Preferisce restare qui,
come sempre,
forse un po’ stanco,
vago, dimentico,
osservando il passeggio,
tra le luci della sera.

Ora divenuta ombra -
ti scorgo -
fra molti tempi -
dietro le tende della bifora.
Forse - solo - posso rivederti,
di profilo,
dal vetro,
osservare nella piazza,
un passeggero affrettato
nella leggerezza dell’aria vespertina.