07/02/19

Marina Pizzi, DAVANZALI DI PIETA', 2008 (Strofe 51-55)

51.
saluto di ricettacolo il coma
materno sulla furia del lutto.
càpitano le comete che non premiano
né nominano la natura del giardino.


52.
dammi un tuono ch’io possa evincere
il dizionario cortese del nome
la scossa in mano ad un apice di vento
il cielo nero con l’azione vinta.
un sillabario non fatuo tutto d’embrione
potentissimo acrobata barca di salto
oltre la rotta stabilita beltà del varo.

53.
mi rammarico del costato
quando l’aurora si gonfia di morti
ed erigibile lo scisma del dolore
dà man stretta  al caso dello stato.

54.
mi dolora il frullo del salino
la sventura del nomade stanziale
in un lucernario di stoppie per capire
cerbottane di sguardi che non incontrano
che tramestio i ciottoli di astio.
meringa floscia questa primavera
azzerata dalle gare delle sciabole
in bora di respiro.

55.
al sole sulla piazza avrò vent’anni
(il ladrocinio dello zigomo serrato
dall’ombra netta dello scopo in atto:
lo zaino del limbo lo porto tutto
con la febbre che sconsola le cimase).

[Le strofe precedenti sono sui numeri scorsi di Carte Allineate]