[Open doors (La Spezia 2018). Foto Rb]
Paolo Luporini,
A proposito, GEDI, 2016
Questo libro esuberante fa punti di forza del frammento,
o meglio, forse delle tessere del mosaico, componibile da parte del lettore man
mano che si legge; e della battuta e dell’ironia, un che alla Campanile.
Il gioco di parole parte dal titolo che si presenta in
prima di copertina come “A proposito di Paolo Luporini”. In effetti, a un
necrologio dell’autore, seguono momenti autobiografici, o, in parte, presunti
tali, che variano a informazioni sugli studi a un racconto sulle vicende del
padre e dello zio, alla ricetta di un altro zio sull’insalata di arance
combinata con riflessioni sui popoli oppressi.
Una storia dominicana informa sulla storia del cantante
Confesor Gonzalez. In un’altra zona del libro si trova un resoconto della guerra
anglo-spagnola iniziata nel 1739 tra Caraibi e America Centrale.
Reale e immaginario si alternano e convivono. C’è un
racconto di fantascienza. Si ha anche la cronaca della creazione di una Radio
Popolare negli anni Settanta.
Un capitolo propone le reazioni di vari lettori, opportunamente
riportate, a un aforisma di Musil: "Chi voglia varcare senza inconvenienti una
porta aperta deve tener presente che gli stipiti sono duri".
Questo di Luporini è un volume che fa della leggerezza e del
sorriso una delle chiavi di lettura, proponendo frattanto valori democratici e
un incoraggiamento esistenziale a resistere nella vita giorno per giorno.
[Roberto Bertoni]