[Seoul Central Station in 2012 (Foto Rb)]
Serie televisiva, Corea
del Sud, 2015. Tratta dal webtoon di Kang Hyung Gyu. Sceneggiatura di Han Ji
Hoon. Con Lee Beom Soo, Park Ye Jin, Park Won Sang, Seo Ye Ji, Yoon Kye Sang
Vari temi s’intrecciano in questo sceneggiato a puntate:
la perdita di status sociale, la deprivazione economica ed esistenziale dei
diseredati, la sopraffazione della criminalità organizzata, la corruzione, il
tentativo di recupero dell’iniziativa collettiva da parte della comunità, gli
affetti.
Ha un andamento epico, con i cliché tipici della serie
coreana, ma meno pronunciati del solito, con scazzottate forse troppo frequenti
ma realistiche, l’esagerazione dei super-buoni e super-malvagi, ma anche un
intento non retorico di documentazione della povertà dei senzatetto,
precipitati ora in tale condizione da posizioni di classe media per errori o
gioco o altre ragioni, ora destinati a rimanere sottoproletariato per le ironie
tragiche della vita.
Il cast è di
qualità e contribuisce a rendere credibile la maggior parte della storia che pur nelle sue esagerazioni, racconta l’irretimento possibile di un operatore del mondo della finanza, Tae Ho, nel
mondo clandestino capeggiato da Beom Soo, il capobanda che, facendosi strada
con la prepotenza, passa da diseredato a prospero e controlla, raccogliendo
tangenti e percentuali, i gruppi di senzatetto che vivono nella metropolitana alla
stazione centrale di Seoul. L’ex pugilatore Wong Sang perisce nel tentativo di
redimere i miseri. Ci riuscirà alla fine Kye Sang dopo una lotta all’ultimo sangue
con Beom Soo sotto la pioggia battente. La posta non è solo spezzare il cerchio
delle percentuali richieste ai mendicanti in cambio di falsa protezione, ma
anche di bloccare i progetti di sviluppo della zona, che si vorrebbero affidati
a speculatori che, con la costruzione di un centro commerciale e altri edifici
per abbienti, caccerebbero anche i residenti comuni dell’area urbana in
questione. Enfatizzata la brutalità dei rappresentanti delle bande e l’altruismo
di chi aiuta ,offrendo volontariato medico e alimentazione gratuita. Le due
storie d’amore principali sono quella tra Tae Ho e Ye Ji, personaggio, quest’ultimo,
dolce e deciso verso il bene, e la vicenda sentimentale della quasi omonima Ye
Jin, caduta nel ruolo di entreneuse
per la rete tessuta da Beom Soo, ma innamorata in realtà di Won Sang, che dopo
essere riuscito ad aiutarla fuggire dal giogo del capobanda, decide di non partire
con lei per senso del dovere verso gli oppressi, ma con questa decisione ci rimetterà
la vita.
Ci eravamo domandati, nel corso di visite in Corea dei
primi anni dieci di questo secolo, come mai resistesse una zona non
modernizzata e dall’aspetto piuttosto povero presso la moderna stazione
centrale, che già aveva un supermercato di qualità, caffè, negozi, eccetera (si
vedano le foto che abbiamo scattato nel 2012, all’inizio di questo articolo). Last costruisce una storia su questo
elemento. Va detto, però, che la realtà, negli ultimi anni, pare sia andata in
direzione opposta a quella ideata dal racconto in questione, stando a ciò che
leggiamo della ristrutturazione urbana del cavalcavia antistante la stazione,
trasformato dal 2017 in zona pedonale con arboreto; e i progetti di ulteriore
ristrutturazione, formulati consultando i residenti. Si vedano in proposito la
descrizione ufficiale del progetto Seoul 7017 prima dell’inizio dei lavori; e l’articolo di Nikola Medimorec, che fa un
bilancio, in generale positivo, dei lavori svolti, sul sito di Koject.
[Roberto Bertoni]