Titolo del discorso: “Secure a Decisive Victory in
Building a Moderately Prosperous Society in All Respects and Strive for the
Great Success of Socialism with Chinese Characteristics for a New Era”. XIX Congresso del Partito
Comunista Cinese, 18-10-2017. Disponibile online in formato PDF
Ci sono molti temi in questo documento di 65 pagine di Xi Jinping, che sta
acquisendo sempre maggiore potere se verrà approvato l’emendamento alla Costituzione Cinese
che gli consentirà di allungare il proprio mandato. Tra i molti temi del
discorso, se ne estraggono qui schematicamente solo alcuni.
L’orgoglio espresso dal dirigente
comunista per i risultati di sviluppo economico ottenuti in Cina, raggiunti in
anticipo sulle date previste, ci pare motivato dalla realtà, in quanto la Cina
era la seconda economia del mondo nel 2017. Secondo i dati del World Economic Forum, in
quell’anno rappresentava il 14,8% dell’economia mondiale, con gli USA in testa
al 24,32%. Secondo il Fondo Monetario Internazionale,
inoltre, la Cina del 2017 era destinata a diventare in breve la prima economia
a causa della crescita del 6,7%, superiore a quella degli USA, che si assestava
all’1,6%.
Sul piano della gestione
dell’economia, Xi Jinping riafferma che il mix di economia privata e pubblica
verrà mantenuto.
Il rivendicato
miglioramento del tenore di vita è anch’esso giustificato dai fatti se si
confronta questa affermazioni coi dati della World Bank, che danno il prodotto pro
capite cinese a 8.132 dollari nel 2016 rispetto a quello di circa 90 dollari
del 1960.
Xi Jinping non si
sottrae alla critica delle ineguaglianze, su cui, anche in relazione alla
necessità di espandere la classe media, propone un intervento decisivo nei
prossimi decenni; al pari dell’inflessibilità rispetto alla corruzione, per lo
meno a livello di quadri del Partito Comunista Cinese.
Scarsamente giustificata
ci pare invece la rivendicazione di Xi Jinping: “We have made notable progress
in building an ecological civilization” (p. 4). Questa sembra più una speranza
che una realtà; e si può prendere semmai atto del fatto che il leader cinese
intende impegnare la Cina a una civiltà ecologica nel futuro.
Anche la rivendicazione
di maggiore democrazia è fluttuante. Nella dichiarazione, l’idea di democrazia
è quella leninista del controllo da parte della maggioranza; ma il controllo da
parte del Partito Comunista è riaffermato nel discorso; in cui, inoltre,
abbiamo notato l’interesse per la cultura, senza trovare l’idea esplicita della
libera espressione delle idee. Nel discorso, poi, l’idea di democrazia è
associata a quella del rispetto della legalità (“We have taken major steps in
developing democracy and the rule of law”, p. 4), ma si tratta di due aree che
solo parzialmente coincidono.
Il futuro viene
prefigurato in due fasi, fino al 2020 e poi oltre fino a metà secolo (con l’obiettivo
del 2049, simbolico in quanto centenario della proclamazione delle Stato
Socialista). L’obiettivo è quello di costituire un paese “moderatamente
prospero” per poi arrivare a un benessere più elevato, con migliore redistribuzione
dei beni materiali e immateriali, nonché promozione, e intensificazione per mezzo di opere umane, della “bellezza” della Cina.
Il progetto di “national
rejuvenation”, inteso come “the greatest dream of the Chinese people since
modern times began” (p. 11), consiste nel conseguimento di un “advanced social
system” (p. 12), ma anche di rafforzamento del Partito Comunista (“party
building”, p. 13) ai fini di un socialismo con caratteristiche cinesi.
Xi Jinping rivendica lo
sviluppo pacifico e la collaborazione tra i popoli, in cui si inseriscono i
progetti della Nuova Via della Seta e della Cintura Mondiale che, se realizzati
come nei progetti, in realtà assicurerebbero alla Cina vie di espansione in
varie parti del Globo e un’egemonia su scala mondiale.
Vengono rivendicate
ancora una volta come cinesi Hong Kong e Macao col concetto di costituire parti
di un unico paese ma restare con un sistema diverso. Allo stesso tempo, però,
si propone maggiore integrazione tra l’economia di Hong Kong e quella del resto
della Cina. Rispetto a Taiwan, Xi Jinping si augura una “peaceful reunification”,
sulla base del medesimo principio “one country, two systems” (p. 50).
Xi Jinping parla spesso
di pace nel discorso, ma insiste con enfasi sulla necessità di modernizzazione
e ulteriore armamento dell’esercito: “This will enable us to effectively shape
our military posture, manage crises, and deter and win wars” (p. 49). Pace ma
guerre? Quali guerre?
[Roberto Bertoni]