Melbourne e Londra, Scribe, 2017
Allison
parte da una constatazione di Tucidide che, nella Guerra
del Peloponneso (I.74), spiegando le ragioni della contesa tra Atene e Sparta (431 – 404 a.C.), scrive: “Sono convinto che la
motivazione più autentica […] fosse la formidabile potenza conseguita da Atene
e l’apprensione che ne derivava per Sparta”.
Secondo Allison,
questa dinamica è universale e si riferisce alle contese per la supremazia che
si sono verificate anche nell’epoca moderna; ne individua parecchie e spiega
come molte si siano risolte in guerre; esamina poi il caso della Cina e degli
USA di oggi.
La Cina
è emersa come potenza in grado di contestare il primato mondiale statunitense
Il programma della Cina di Xi Jinping, spiega Allison, è quello di “making
China great again”, in quattro punti principali:
“- Returning
China to the predominance in Asia it
enjoyed before the West intruded;
-
Reestablishing control over the terriotires of “greater China”, including not
just Xinjang and Tibet on the mainland, but also Hong Kong and Taiwan;
- Recovering
its historic sphere of influence along its borders and in the adjacent seas so
that others give it the deference great nations have always demanded;
- Commanding
the respect of other great powers in the councils of the world” (p. 109).
La nuova
via della seta e l’espansione commerciale globalizzata attraverso l’Eurasia
costituiscono altri elementi di questo sistema di espansione.
Sarebbe
dunque possibile un conflitto tra le due superpotenze e potrebbe risolversi in
una guerra.
Per evitarla,
Allison consiglia maggiore comprensione delle strategie reciproche da parte di
Cina e USA e di badare più da presso ai propri problemi interni (“make domestic
challenges central”, p. 238), muovendo verso la condivisione delle sfere di
influenza in Asia.
Se le
conclusioni paiono un po’ deboli, e il rischio di guerra non ci pare più di
tanto argomentato, sono interessanti il punto di partenza da un classico capace
di parlare ancora alla modernità e il fatto di porre il quesito rispetto a un
pericolo che potrebbe in effetti sussistere.
[Roberto
Bertoni]