[International tourist scene (Montmartre 2017). Foto Rb]
V. Cicchelli e S. Octobre, L’amateur cosmopolite. Sottotitolo:
Goûts et imaginaires culturels juvéniles à l’ère de la globalisation. Parigi,
Ministère de la Culture et de la Communication, 2017
Questo studio sociologico, ben articolato sia sul
piano dell’inchiesta che su quello teorico, muove oltre il concetto di omogeneizzazione culturale e di egemonia
statunitense nell’ambito della cultura globalizzata, che moltiplica
le identità culturali e modifica i repertori di riferimento dei giovani, i cui
primi contatti con paesi stranieri sono spesso mediati da serie televisive,
film e musica (pp. 10-11). Da qui si fa strada un’idea di “cosmopolitismo estetico-culturale”
(p. 12), che da un lato conferma il successo di imprese commerciali diffuse,
quali i film spettacolari di Hollywood; dall’altro lato indica l’apertura verso
altri prodotti, per esempio i cartoni giapponesi, le serie e il pop coreani,
opere europee e africane, anche se tali prodotti vengono più frequentemente
fruiti con la mediazione della traduzione o del sottotitolo.
I giovani rivelano “capacità di accostamento di
elementi geografici distanti tra di loro” anche quando tale approccio prenda le
mosse da “una conoscenza approssimativa, stereotipata, dunque falsa, sui cui
poggia la narrazione del mondo in cui risiedono” (p. 53). Nondimeno, a partire
di qui, i giovani operano un’interpretazione della realtà con “tratti culturali
trasversali” (p. 197).
Il 32% dei giovani francesi che si sono espressi
nell’inchiesta manifesta interesse per fonti straniere nei siti Internet e nei blog. Questo si deve anche all’espansione della
classe media (p. 117): logicamente, infatti, prevalgono i giovani che conoscono lingue straniere o hanno beneficiato di un’istruzione o di un background familiare interculturale, mentre le categorie con minore disponibilità economica e
preparazione interculturale si rivolgono di preferenza a opere francesi.
L’“onnivorismo” (espressione presa a prestito da
R.A. Peterson, cfr. nota a p. 111), ovvero il consumo di “varie forme
culturali, canoniche (légitimes nell’originale
francese) e popolari”, si nota in particolare nel campo musicale (p. 113). L’“onnivorismo”
non è solo un fenomeno di classe e di moda: esprime anche una “dimensione
umanistica” (p. 117), che si apre su “registri vari che si potranno definire
estetico, culturale, affettivo ed economico” (p. 157). Non è assente una
dimensione politica e progressista verso i problemi dell’ambiente e della solidarietà (p. 250).
L’autore e l'autrice del volume definiscono la
figura sociologica protagonista “amateur cosmopolite” (potremmo
tradurre il cosmopolita dilettante; o
forse gli appassionati di cosmopolitismo) (p. 189).
Vengono valutate due possibilità del “neo-cosmopolitismo”
(p. 279): da un lato la sua necessità nel rafforzamento delle logiche
consumistiche, dall’altro una sensibilità civica positiva; a nostro parere si tratta di due
aspetti interagenti.
[Roberto Bertoni]