["And on the opposite side those sales..." (Paris 2017). Foto Rb]
Thornstein Veblen, The Theory of the Leisure Class. 1899. Oxford
University Press, 2007
L’analisi di Veblen si rivela
ancora valida per gli aspetti di anatomia del lusso e della formazione del
valore economico ed estetico; meno, invece, per l’apparato evoluzionista che
vede la società del lusso moderno derivare dal rituale e paragona la divisione
di ruoli delle società arcaiche a quella degli USA del 19esimo secolo.
Il presupposto storico è nel
mondo feudale, per esempio, spiega Veblen, in Europa e in Giappone: un mondo in
cui la classe del leisure, ovvero di
chi gode di agio economico elevato, vive in condizioni di esenzione da attività
di tipo industriale per via di un capitale accumulato anche nel corso di più di
una generazione.
L’accumulazione di ricchezze e
proprietà è incoraggiata dalla crescita nella stima collettiva a seconda di
quanto più si possiede.
La leisure class si dedica a spese superflue: più c’è spreco, più le
spese si valorizzano. L’ostentazione domina. La ragione degli alti livelli di
consumo degli abbienti è l’emulazione nata da paragoni di chi ha relativamente con chi ha di più, un fenomeno definito da
Veblen “invidious comparison” (p. 71).
Anche il valore estetico è
fondato sul valore economico degli oggetti posseduti, soprattutto vestiario,
mobilio, edifici, alimenti, beni di lusso in genere. Oggetti di per sé
esteticamente validi non lo sono se non forniti dell’appannaggio del valore
monetario alto, per cui la leisure classe
determina anche il gusto.
[Roberto Bertoni]