21/09/17

Thornstein Veblen, THE THEORY OF THE LEISURE CLASS



["And on the opposite side those sales..." (Paris 2017). Foto Rb]


Thornstein Veblen, The Theory of the Leisure Class. 1899. Oxford University Press, 2007

L’analisi di Veblen si rivela ancora valida per gli aspetti di anatomia del lusso e della formazione del valore economico ed estetico; meno, invece, per l’apparato evoluzionista che vede la società del lusso moderno derivare dal rituale e paragona la divisione di ruoli delle società arcaiche a quella degli USA del 19esimo secolo.

Il presupposto storico è nel mondo feudale, per esempio, spiega Veblen, in Europa e in Giappone: un mondo in cui la classe del leisure, ovvero di chi gode di agio economico elevato, vive in condizioni di esenzione da attività di tipo industriale per via di un capitale accumulato anche nel corso di più di una generazione.

L’accumulazione di ricchezze e proprietà è incoraggiata dalla crescita nella stima collettiva a seconda di quanto più si possiede.

La leisure class si dedica a spese superflue: più c’è spreco, più le spese si valorizzano. L’ostentazione domina. La ragione degli alti livelli di consumo degli abbienti è l’emulazione nata da paragoni di chi ha relativamente con chi ha di più, un fenomeno definito da Veblen “invidious comparison” (p. 71).

Anche il valore estetico è fondato sul valore economico degli oggetti posseduti, soprattutto vestiario, mobilio, edifici, alimenti, beni di lusso in genere. Oggetti di per sé esteticamente validi non lo sono se non forniti dell’appannaggio del valore monetario alto, per cui la leisure classe determina anche il gusto.


[Roberto Bertoni]