Bologna, Il Mulino, 2009
Il volume percorre alcuni
itinerari della letteratura di viaggio, soprattutto ottocentesca, che ha per
tema il Medio Oriente, inteso come “un universo sconosciuto e denso di mistero
che, da un lato si presenta sensuale, eccitante, foriero di lusinghe e di
gratificazioni, ma dall’altro infido, ostile, efferato, crudele” (p. 10). Il
viaggio in queste zone del mondo è legato al sogno e “si qualifica come esonero
dalla quotidianità”: un “Oriente immaginario” (p. 12) interpretato con le
ideologie dell’Orientalismo sulla scorta di Said e con l’analisi testuale di
scritti di parecchi intellettuali tra i quali Cahateubriand, Nerval, Byron.
Tra i “temi dell’orientalismo”
(p. 111), esaminati nel terzo capitolo, compaiono dispotismo, cliché quali la
donna velata, l’odalisca, il beduino, tutte allegorie di un esotismo più o meno
pronunciato a seconda degli autori.
Lo sguardo occidentale sottopone
gli orientali a un “processo di arcaicizzazione”, presentandoli come “esemplari
incorrotti di […] un tempo sottratto al fluire del tempo” (p. 154), il che “rappresenta
il punto divista esclusivo degli occidentali, ai quali permette di apparire
moderni e di proporsi come esponenti di un’età progressiva, padrona del tempo e
della storia” (p. 155).
[Roberto Bertoni]