27/06/16

Marina Pizzi, DIVE ELEMOSINE - 2015 (Strofe 32-36)

32.

Il musico candore di non nascere
Scandisce i fantasmi dell’età
La cera che si consuma senza fiamma
Con il basco della giovinezza
Apolide folle risata continua
Nuda beltà di fati con i fasti
Di molti sorrisi dove si arrendono
Le falle di dolori. Elemosine adesso
Questa vita strascicata e sfatta
Sotto la giostra di non dormire più.


33.

Diario di acrobata restare
Sterno di veleno panico e dirupo
Popolare la fanfara del funerale
Innesto con la terra subito dopo.
A me non dire di salvarmi
America del fato molle
Stalle per la chimera prigioniera.
Sorridere dentro lo stabbio dei porci
E la platea che accede mistica
Chissà quale spettacolo di tattica.
Qui non è rendita la bisca
Di scavalcare i rantoli segreti
Gergali alla pietà che non traduce
Ma impiglia le ginestre controvento.
Padre d’addio prestami la giacca
Che stani finalmente i ladri che cacciano
Torrette alla vista per non farli scappare
Parenti indiavolati sul groppone popolo
Tutto senza il Partenone.


34.

In culle dove restano gli urlii di bambini
Ciechi, la calunnia che inquieta non sa
Andar via almeno negli spigoli
Della pozzanghera zuppa di melme
Pastrano impazzito nella caligine di unghie.
Guerre remote insorte bestemmie
Per rovinare la nascita del viso
Presso le tare che rubano su tutto.
Scappò dal cielo un’era d’imbroglio
Tutti insieme i vulcani eruttarono
Contro le dame degl’incensi morti.


35.

Sguardi scoscesi
Persi innamorati
Mormorano silenzi
Avvizziti tempi
Dalla lampara avvistati
Frode d’occaso
Sasso di stato.


36.

Farfalle d’estro calunniare il sole
Sapiente quanto un faro senza mare
Elemosina che piega le giraffe
Lungo la fionda che le danneggia piatte.


Altre strofe di Dive elemosine sono uscite su numeri precedenti di Carte allineate.