La faccia, mia nemica,
che
non sono miei.
Invadenti
si accendono
quando
affogano in un tempo non vedente.
Altre
facce mi rappresentano,
sosia
somiglianti a passi che si avvicinano incerti.
Inganno
celeste,
credere
senza riuscirci di accompagnare
il
buio che incombe,
il
bisogno di un medium per fare luce.
Contenere
lo scuro
che
apprendo al mio risveglio
lubrificando
occhi sabbiati,
disattenti al metronomo del tempo.
Trasformando gare in guerre mute,
in guerre spente prive di pace.