[Tekchen Cholin Temple (Singapore 2016). Foto Rb]
Nansen Osho, Lezioni del Buddha. Edizione originale giapponese 2013. Trad. F. Di Bernardino. Milano,
Vallardi, 2015
Il volume si presenta come un
manuale di self-help, con la seconda
metà del titolo che suona “per raggiungere la felicità in tre mesi”; e il
sottotitolo: “Novanta esercizi per rendere meravigliosa la vita di tutti i
giorni”; a dimostrazione di quanto le religioni, in questa fase, debbano
trovare linguaggi adatti al modello i società in cui viviamo e alle mode
culturali prevalenti. Quanto tale necessità provochi una revisione degli
insegnamento originari, e quanto invece sia una traduzione, semplicemente, dei
precetti religiosi in linguaggi più accessibili ai contemporanei dipende dall’autore,
dalle sue ideologie, dalle sue intenzioni.
Nel caso di Nansen Osho, monaco
buddhista della scuola Zen Soto, pare trattarsi più del secondo che del primo
caso, anche se l’effetto collaterale, con quel titolo e sottotitolo sarà poi l’impressione
di una semplificazione del cammino buddhista verso la saggezza e la
liberazione.
Oltre una presentazione in parole
semplici, ma non semplificata, della teoria dell’impermanenza, della nascita
condizionata e della sofferenza come base della vita e consapevolezza verso il
nirvana, Osho, constanado quanto lontani dalla felicità sia la maggioranza
degli individui, si propone di insegnare le modalità buddhiste per sviluppare
una mentalità non informata da una “visione pessimistica dell’esistenza”, e
tendente al contrario verso un vissuto di “gioia e di pienezza”.
Consiglia, tra l’altro, autonomia
derivata dalla consapevolezza di sé’, altruismo e immedesimazione (capacità di “guardarsi
con gli occhi degli altri”), senso di equanimità e giustizia, una linea di
condotta etica, perseveranza, pazienza. Combattere i “tre veleni” di “cupidigia,
odio e ignoranza”. “Non volgete lo sguardo a ciò che non avete, esprimete la
vostra gratitudine per ciò che avete”.
Propone di sviluppare i propri
lati positivi per compensare quelli negativi; di imparare dalle esperienze
negative invece di lasciarsene sopraffare. Nelle azioni cercare più la
soluzione che la cause dei problemi che le hanno motivate. “La libertà sta nel
non incolpare gli altri, ma nel ricercare in noi stessi la causa di tutto ciò
che ci riguarda”.
Il dono, l’offerta, saranno
disinteressati.
Converrà parlare con sincerità e
chiarezza senza ferire ma senza attenersi a comportamenti ipocriti.
Consiglia: “Fidatevi
completamente della persona che avete davanti”. Questo per creare un clima di
fiducia reciproca: “credere nell’altro senza però crearsi aspettative”.
Individuato il proprio “io ideale”,
sarà bene cercare di raggiungerlo. “Dobbiamo scegliere da noi la nostra linea
di condotta. Non può esserci suggerita da qualcun altro”.
[Roberto Bertoni]