17/01/16

Paolo Sorrentino, YOUTH – LA GIOVINEZZA



[Like the lines of life - the shadows (Devil's Glen 2016). Foto Rb]






























Paolo Sorrentino, Youth - La giovinezza. Italia, Francia, Svizzera, United Kingdom 2015. Con Michael Caine, Paul Dano, Paloma Faith, Jane Fonda, Sumi Jo, Emilia Jones, Harvey Keitel, Mark Kozelek, Luna Mijovic, The Retrosettes Sister Band, Rachel Weisz. Musica di David Lang

L’azione si svolge in un albergo svizzero per clienti altolocati, talora corrispondente a un refugium per celebrità in disintossicazione e riposo, talora allegorico della vita come ritiro (c’è anche un monaco buddhista che alla fine levita) e sanatorio, talora più semplicemente espediente di ambientazione narrativa. Il paesaggio alpino fa da corrispettivo di esterni di notevole nitidezza e bellezza.

L’onirico compare con colori sgargianti in varie occasioni, tra una canzone rock e le comparse femminili dal passato di uno dei protagonisti.

I nuclei tematici sono la terza età e il rapporto col passato e col futuro (un personaggio dice che in tale gruppo generazione il passato si vede da lontano e il futuro da vicino, con un filosofeggiare non molto originale, ma piuttosto verosimile); l’amicizia; l’amore; la crisi della coppia; la vita e la morte; l’agire artistico, meglio cinematografico, con riferimenti metanarrativi e a vari registi, nonché l’impiego di attori-icone di sempre, noti e in parte autoironici, dietro la maschera dei personaggi che interpretano, su se stessi.

Una delle dichiarazioni metafilmiche è su un personaggio cui un altro dice che il suo sarcasmo ha elementi negativi che eccedono la giovialità dell’ironia, ed è un po’ quello che accade in certi momenti al film, che, sebbene non privo di compassione verso l’umanità, esagera e spinge verso il grottesco (col trucco delle attrici, le riprese ravvicinate del corpo decaduto, e altro), com’è nello stile del regista, che per questo non è tra i nostri preferiti, pur notandone l’abilità.

Ottima l’interpretazione in particolare di Michael Caine, che garantisce misura, aplomb, eleganza. Interpreta la parte di un musicista in pensione, richiesto dalla Regina d’Inghilterra di dirigere una sua composizione (nella vita reale “Simple Song n. 3” di David Lang): dapprima rifiuta perché l’aveva scritta per la moglie ora ricoverata in clinica presumibilmente in seguito a una commozione cerebrale, infine viene a patti con se stesso e accetta nel finale.

L’altro protagonista maschile anziano, legato da amicizia di una vita al primo, ha invece difficoltà ad accettare il passato e velleità di ancora esprimere come in gioventù, col fallimento dei tentativi che lo porta tristemente al suicidio.

Si intrecciano con queste le vite e le storie degli altri protagonisti, appartenenti a diverse generazioni.


[Roberto Bertoni]