A Mario Perniola
A mezzanotte impallidisco sottovoce
alzo un calice rosso per ringraziare
mobile mi mescolo insieme altre mani
verso il cielo
sistemando a tappe le mie toppe
di topo abitudinario allo spavento
circolante attorno alla terra
sventola una bandiera nera
nella vela maestra
suonavo bene la chitarra
nei ciuffi affilati
ingentiliti di aperture
bighellono nei paesaggi brulli
depilato il fogliame
meravigliosa pedana per le mie mani
in questa vita di bar
l'anonimato trasceso dalle grandi sottrazioni
di corpi oscuri
adatto la mia testa a quello che capita
erotismo trovato nelle facce sbagliate
salite alla ribalta dopo anni di limbo
incollata dai rossetti
maleattitudine
fa fede il tuo gelo,
nel trattarmi solitudine
lasciarmi solo un foglio di carta