["Were weapons light, really?" (Stephen's Green 2015). Foto Rb]
Previdente
un gran fastidio scisso per immagine
mancante
difendo molto bene le ossa di colpa
arriva
sempre in ritardo all’estremità del caso
armi leggere
delle dita che sopravviventi
di calunnie
complottano
parole dietro ombre oscure
mentre metto
al muro
voci
brevemente
aperte per un istante
diffondono
nell’aria un male impalpabile
contro
atrocità mistiche
prese in
prestito da un cifrario segreto
consegno lettere senza numero
sussurrando
allo specchio
un codice
copro
consumanze saldate
dei nemici
che
attaccano forsennate forse
facce buie
minacciano
parole irripetibili
che
insanguinano la pagina vuota
fotocopiabile
dal vero
occhi che si
accaparrano del mio sguardo
traghetto
spessore diseguale
per
rovesciare al largo fratelli nemici
che
razzolano bevuti
uccidendosi
di stereotipi