05/09/15

Luigi Malerba, CINA CINA





 [Chinese pharmacy (Soho 2014). Foto Rb]


Luigi Malerba, Cina Cina. Lecce, Manni, 1985


Il reportage di Malerba deriva dallo stesso viaggio, organizzato dal Sindacato Scrittori nel 1980, di cui fece parte anche Vittorio Sereni, il cui resoconto cinese è stato recensito su Carte allineate il 13 febbraio 2015.

La posizione di Malerba, che aveva già scritto i suoi racconti cinesi, Le rose imperiali, è di empatia (“ho amato i Cinesi fino al punto di desiderare di essere cinese anch’io”, p. 18); non aliena da un giudizio negativo sulla Rivoluzione Culturale e del Maoismo, che paragona all’autoritarismo del primo imperatore Wu Ti, prendendo le distanze da ciò che definisce “maoismi importati [in Occidente] troppo frettolosamente e fin troppo lestamente abbandonati” (p. 19).

Nota che la Cina ha rappresentato per secoli, per gli europei, un “altrove letterario” (p. 13) e un mondo favoleggiato, potremmo aggiungere sulla scorta dell’orientalismo dominante fino a decenni abbastanza recenti, ma c’è stato un ridimensionamento, quella che poteremmo designare come una svolta verso la realtà, “fino a quando sono arrivati i suoi prodotti sui banchi dei Grandi Magazzini” (p. 21): verità questa anticipatrice a distanza di trentacinque anni da quel viaggio e di trenta dalla pubblicazione del volumetto.

Date queste premesse consapevoli e realistiche, è intenzionalmente parte di un gioco letterario il rifavoleggiamento cui Malerba sottopone alcuni aspetti della Cina, riscontrando in annunci meteorologici aeroportuali, per esempio, “un soffio di antica magia, come se per partire si dovesse aspettare il favore delle potenze celesti” (p. 67); nonché, più in generale, una “creatività giocosa che forse è il vero fondamento di una civiltà” (p. 65).

Il proponimento di Malerba era, correttamente, onde evitare i cliché culturali e le conclusioni affrettate, quello di “rinuncia[re] […] ai tuoi modelli senza negarti i piaceri della meraviglia, togliti dalla mente di approdare nel Mondo delle Fate, ricordati che non sei Marco Polo e non vai cercando il mondo (le Diecimila Cose) perché lo hanno già trovato altri prima di te, guardati dall’enumerare le differenze e le anomalie perché non vuoi essere lodato per la tua acutezza e sensibilità” (p. 20).


[Roberto Bertoni]