Prefazione
di Vincenzo D’Alessio e postfazioni di Alfonsina Zanatta, Ardea Montebelli e
Gianni Criveller. Rimini, Fara, 2015
L’ideologia di questo poemetto linguisticamente
composto, equilibrato, endecasillabico, è cristiana, palesemente, indicata non
solo dal contenuto semantico dei versi, ma dall’apparato intertestuale di
citazioni da testi sacri e laici.
A questa dimensione di ricerca religiosa si accompagna
una dimensione esistenziale (ci sono tra l’altro citazioni da Albert Camus).
Nel componimento intitolato Premessa,
“Esistere è la forma continuata / dell’essere nel mondo temporale” (p. 13).
Il percorso è colmare la tentazione dell’assenza di
destinazioni, muovendo “verso mete / da discernere”, nonché instaurando legami
con gli esseri umani (“incontri a cui donarsi”), siano gli “accadimenti duri o
entusiasmanti”. Per ritrovarsi, occorre perdersi; si lascia “entrar la luce nel
segreto”. Con una dimensione anche onirica (p. 13).
La densità di idee, pensiero e racconto personale e
collettivo tiene per la durata della raccolta. La “ragione” si unisce alla “fede”,
“plasmando i nostri sogni e progetti” (p. 19). Si tratta di vivificare con la
poesia e la riflessione, cercando un “senso” (p. 23).
Il risvolto etico si orienta sull’introspezione, la
solidarietà e il perdono. Con una sponda psicologica (uno degli autori citati è
Massimo Recalcati).
Oltre a riferimenti a Matteo Ricci, ci sono, a
separare i vari componimenti, caratteri cinesi con la traduzione in italiano:
nuclei-concetto seminali, quali “persona”, “lotta”, “fraternità”.
Il Congedo (p.
59) si cita qui per intero, lasciandone aperto il senso a chi legge:
“Il piombo dello stagno assorbe i lividi
bagliori delle stelle e quelli impliciti
delle foglie – la pelle si è squamata
i sentimenti aprono gli anelli:
bisogna uscire fuori dal sepolcro
per nascere di nuovo ma dall’alto.
Chi vola non imprime tracce a terra”.
[Roberto Bertoni]