13/08/15

Alessandro Ramberti, ORME INTANGIBILI


Prefazione di Vincenzo D’Alessio e postfazioni di Alfonsina Zanatta, Ardea Montebelli e Gianni Criveller. Rimini, Fara, 2015


L’ideologia di questo poemetto linguisticamente composto, equilibrato, endecasillabico, è cristiana, palesemente, indicata non solo dal contenuto semantico dei versi, ma dall’apparato intertestuale di citazioni da testi sacri e laici.

A questa dimensione di ricerca religiosa si accompagna una dimensione esistenziale (ci sono tra l’altro citazioni da Albert Camus). Nel componimento intitolato Premessa, “Esistere è la forma continuata / dell’essere nel mondo temporale” (p. 13).

Il percorso è colmare la tentazione dell’assenza di destinazioni, muovendo “verso mete / da discernere”, nonché instaurando legami con gli esseri umani (“incontri a cui donarsi”), siano gli “accadimenti duri o entusiasmanti”. Per ritrovarsi, occorre perdersi; si lascia “entrar la luce nel segreto”. Con una dimensione anche onirica (p. 13).

La densità di idee, pensiero e racconto personale e collettivo tiene per la durata della raccolta. La “ragione” si unisce alla “fede”, “plasmando i nostri sogni e progetti” (p. 19). Si tratta di vivificare con la poesia e la riflessione, cercando un “senso” (p. 23).

Il risvolto etico si orienta sull’introspezione, la solidarietà e il perdono. Con una sponda psicologica (uno degli autori citati è Massimo Recalcati).

Oltre a riferimenti a Matteo Ricci, ci sono, a separare i vari componimenti, caratteri cinesi con la traduzione in italiano: nuclei-concetto seminali, quali “persona”, “lotta”, “fraternità”.

Il Congedo (p. 59) si cita qui per intero, lasciandone aperto il senso a chi legge:

“Il piombo dello stagno assorbe i lividi
bagliori delle stelle e quelli impliciti
delle foglie – la pelle si è squamata

i sentimenti aprono gli anelli:
bisogna uscire fuori dal sepolcro
per nascere di nuovo ma dall’alto.

Chi vola non imprime tracce a terra”.


[Roberto Bertoni]