27/06/15

China Miéville, THE CITY AND THE CITY



["That strange man was standing neither inside, nor outside, watching..." (London 2014). Foto Rb]


China Miéville, THE CITY AND THE CITY. Londra, Pan, 2010, edizione Kindle (1a  edizione Londra, MacMillan, 2009)


Il romanzo si svolge in due città sulla cui configurazione geografica ritorneremo tra poco: Besel e Ul Koma. L’ispettore Borlú, indagando sul delitto di una studentessa di ricerca canadese, Mahalia, che precede ed è legato a quello di Yolanda, un’altra giovane ricercatrice, finisce sulla pista politico-commerciale, rivelando un intreccio complesso di menzogne scientifiche attuate allo scopo di attirare capitali stranieri suscitando anche una sommossa. Dopo vari colpi di scena, i colpevoli vengono individuati e Borlú viene aggregato al gruppo di indagine cosiddetto di Breach, il che ci porta nel problema geografico poco sopra citato.

Le due città costituiscono una rappresentazione di dimensioni parallele piuttosto particolare: come si legge in una recensione di Michael Moorcock sul Guardian (30-5-2009), la loro esistenza simultanea e fantascientifica si basa sulla “theoretical physicists’ notion that more than one object can occupy the same physical space”. Le strade, gli edifici, i luoghi in genere di Besel e Ul Koma coincidono, ma hanno nomi e funzioni diverse nell’una e nell’altra; e i cittadini di entrambe apprendono fin da giovane età a “non vedere” (“unsee”) quanto avviene e chi vive nella città, diciamo così, confinante, pena l’arresto da parte dell’istituzione interstiziale Breach, che ha lo scopo di far rispettare le distanze, ma si scopre alla fine essere in effetti composta da persone che hanno infranto il tabù del non vedere, come il protagonista che diventa un funzionario di Breach alla fine.

Gran parte della speculazione teorica del romanzo è basata sul presupporre una terza città, Orciny, contenente entrambe le città: un agglomerato urbano che in realtà non esiste.

Alcuni aspetti sono intertestuali. In politica, per esempio, c’è un riferimento a un convegno su “Policing Split Cities” con rimandi alle città divise di Gerusalemme e Berlino, sebbene si precisi che Besel e Ul Koma non si possono ritenere realmente divise in due, data la particolare loro situazione topografica.

Sul piano linguistico, più che aspetti balcanici notati dai recensori, ci pare si tratti di miscele ebraiche e arabe con altri influssi, non esclusi quelli slavi rilevati. La lingua di Ul Koma si chiama Illitan, probabilmente un acrostico di Italian con la doppia l

The City and the City: allegoria del potere che si occulta e si serve delle dimensioni parallele per incrementarsi? Semplice gioco coi generi fantascientifico e poliziesco?


[Roberto Bertoni]