21/05/15

Mamoru Hosoda, THE GIRL WHO LEAPT THROUGH TIME



Giappone 2006. Titolo originale: 時をかける少女 Toki o Kakeru Shōjo. Testo di Satoko Okudera


Tratto dal romanzo di Yasutaka Tsutsui (1967) per l’idea del viaggio nel tempo, ma con una vicenda diversa, mentre la storia originaria appare nel film non di animazione del 2010 di Massaki Taniguchi, interpretato da Riisa Naka, che presta la voce al personaggio principale nel cartone animato.

La storia del film di animazione è quella di Makoto, scolara adolescente, che un giorno trova quel che appare essere una noce, ma è in realtà una macchina del tempo da utilizzarsi novanta volte, come scopre a sue spese quando, dopo utilizzi un che superficiali, si trova nella circostanza di salvare due vite umane e di consentire al ragazzo del futuro che l’ha smarrita di tornare nella propria dimensione dove promette che l’aspetterà, essendo nel frattempo sbocciata una storia sentimentale.

È un film accattivante e ben costruito in cui si intrecciano vari motivi.

Il viaggio nel tempo ha una spiegazione fantascientifica, visualizzata in parte tramite riferimenti generici al caleidoscopio di 2001: Odissea nello spazio e ai meccanismi di un orologio un che vittoriano, forse con riferimento a H.G. Wells. Allo stesso tempo, la “noce” è un richiamo fiabesco, un oggetto magico che consente il trasferimento nel fantastico. Fiaba e scienza interagiscono.

Makoto è inizialmente una ragazzina impacciata, che si scontra con la gente quando va in bicicletta, brucia la frittura nell’ora di cucina a scuola, scivola sul bagnato. Nel corso della vicenda c’è una crescita. Si innamora, ma soprattutto acquisisce la responsabilità delle proprie azioni, rendendosi conto che le proprie incursioni nel passato, svolte con leggerezza per rifare il compito sapendo le domande, o per altri motivi abbastanza superficiali, possono ricreare una situazione che danneggia gli altri. L’altruismo poco per volta la salva dall’immaturità. 

C’è attenzione all’amicizia, all’aiuto ai deboli, alla dedizione verso i sodali.

Al contempo i personaggi sono quello che sono: adolescenti con la loro spensieratezza e malinconia.

I colori sono nitidi. Gli scenari di natura, sullo sfondo, soprattutto le nuvole e, alla fine, il tramonto, nonché l’acqua del fiume, accompagnano le vicende, ben disegnati. I personaggi umani seguono lo stile classico giapponese delle anime.

[Roberto Bertoni]