[Destiny pervaded their future... (Milan 2015). Foto Rb]
Lo percepisco come acqua fra le dita, mentre
scrivo. Né sono in grado di decifrarlo.
È pena, forse, di solitudine
che torna feroce ogni notte, o anima
mutata in fiore disseccato,
in cui si è cancellato l’oblio.
Solitudine, forse, o anima,
o acqua del tempo trascorso,
che fra le proprie mani aspre fugge.
Possiedo un segno strano nel destino.
Né lo decifro nel canto. Non so
sotto che forma si potrà compiere.
Solitudine, forse, e oblio.
[Traduzione di Roberto Bertoni. Il testo originale
in spagnolo è in Santiago Montobbio, Hasta
el final camina el canto, Malaga, Libros de la Frontera, 2015, p. 221].