["After all the trees died out, Christmas was the realm of plastic..." (Paris 2014). Foto Rb]
Giulia Iannuzzi, Fantascienza italiana. Sottotitolo:
Riviste, autori, dibattiti dagli anni Cinquanta agli anni Settanta. Premessa di
Carlo Pagetti. Milano e Udine, Mimesis, 2014
Si tratta di un volume utile e ben costruito, che
passa in rassegna la fantascienza italiana, intesa come “genere popolare e
categoria editoriale” (p. 17), dalla creazione della parola fanta-scienza da parte di Giorgio
Monicelli nel 1952, ai nostri giorni.
Iannuzzi esamina opere significative e riviste che
hanno segnato l’itinerario dello sviluppo di questo genere.
Tra i molti autori esemplificati, si ricordano,
più che altro seguendo preferenze personali dello scrivente, Aldani, Curtoni, De
Turris, Fruttero e Lucentini, Malaguti, Miglieruolo, Montanari, Musa, Prandin, Rambelli,
Rapuzzi.
Tra le riviste e serie editoriali: “I romanzi di Cosmo”,
“Galassia”, “Futuro”, “Oltre il cielo”, “Scienza fantastica”, “Urania”, “Robot”.
Se negli anni Cinquanta e Sessanta, ancora dunque
in un periodo pionieristico, quando il mainstream
italiano ancora tendeva alla separazione netta tra fantascienza come genere
popolare e canone letterario, Iannuzzi osserva una certa originalità degli
autori nazionali, tanto nel linguaggio, quanto nei motivi ricorrenti, caratterizzati,
più che da pedissequa imitazione degli autori di professione stranieri, da
aperure verso il fiabesco e il sociale. Man mano, col passare dei decenni, si
caratterizzano personalità sfaccettate di autori italiani, con loro poetiche e
visioni del mondo.
Dal lato dell’industria culturale, l’autrice
precisa che la fantascienza rappresenta un “caso particolare”; e ribadisce che
nell’esame del fatto letterario occorre esaminare anche l’aspetto di “prodotto
culturale”, dunque le “dinamiche di produzione, circolazione e fruizione
proprie della moderna società industriale” (p. 325).
[Roberto Bertoni]