[How many behind the door of that Church? (S. Lorenzo, Genoa). Foto Rb]
Ulrich Beck, Il dio personale, Sottotitolo:
La nascita della religiosità secolare. 2008. Traduzione di S. Franchini,
Roma-Bari, Laterza, 2013. Edizione digitale per Kindle.
La costruzione di una religiosità collegata
solo in parte alle concezioni tradizionali e derivata invece da una
personalizzazione, o meglio individualizzazione, del concetto di Dio e delle
pratiche cultuali si attua nell’ambito della globalizzazione con il suo
eclettismo forse inevitabile e la miscela di elementi provenienti da varie
culture.
In parte queste strategie di gestione del
bisogni di spiritualità sono da ricollegarsi ai fenomeni New Age, che rappresentano un’interazione
“tra Dio e idoli”, tanto che non si fa più differenza tra l'uno e gli altri; e si spingono fino al “mercato”
in cui “il Dio personale si possa acquistare”.
Se il disincanto del mondo, stando a Weber,
consegue alla Riforma e ha costituito una componente della prima modernità, si assiste nella
fase attuale al “collasso delle teorie della
secolarizzazione” nei casi in cui c’è stato un ritorno delle religioni. In
Europa, tuttavia, la resipiscenza religiosa si tinge di soggettività, in breve
stranamente gli aspetti secolarizzati convivono con quelli spirituali sotto l’egida
dell’individualismo.
Il Cristianesimo non muore ma subisce, in
Europa, una flessione verso l’interiorità e la personalizzazione, mentre i
luoghi di culto collettivi, le chiese, si svuotano. Si ha un paradosso di non
frequentazione della Casa di Dio, ma un “reincanto del pensiero e dell’agire
umani”; e mentre s’indeboliscono le organizzazioni religiose, si rafforza una “religiosità
fluida”.
Frattanto, anche guardando ad altre
religioni e in varie parti del mondo, il cosmopolitismo religioso pare essere
caratterizzato da un generale rientro nell’ortodossia conservatrice, così per
esempio, a parere di Beck, nei casi dell’Induismo e del Buddhismo.
Si determinano “nuove forme di coesistenza e
di conflitto delle religioni universali” entro la “costellazione cosmopolitica”,
ovvero si profila “l’elemento storicamente nuovo della conditio
humana religiosa all’inizio del XXI secolo”: cioè si hanno “il contatto e la compenetrazione
tra religioni universali e nuovi movimenti religiosi”, tanto con trasmissione di
pratiche (per esempio la meditazione orientale tra alcuni cristiani
occidentali), quanto con creazione di dinamiche transnazionali. Esempio di tutto ciò potrebbe essere l’adozione, non rara oggi, del “modello Ghandi” o del “modello Martin Luther
King”.
Al contempo si assumono modelli secolari,
religiosizzandoli. Un esempio di questo atteggiamento potrebbe essere, secondo
Beck, Amnesty International.
Quanto sta accadendo in campo religioso è dovuto ai tratti della seconda modernità: “l’intreccio di uomini e popolazioni in tutto il globo; le crescenti
disuguaglianze nello spazio globale; la formazione di nuove organizzazione
sovranazionali”, ecc. “In presenza di confini che diventano sempre più
permeabili, e che dunque non sono più tali, si pronuncia la parola magica dell’esistenza
cosmopolitica” con conseguente modificazione “del rapporto con Dio, col mondo e
con se stessi”, fino a tradursi, in determinati casi, in conflitto tra
fondamentalismi.
“Si possono distinguere tre forme di
adeguamento religioso alla modernità: a) quella anti-moderna, b) quella
post-moderna (che rompe tra gerarchie del sapere scientifico e della
religiosità), c) quella deutero-moderna”, la quale ultima nega “sia il
relativismo assolutistico post-moderno, sia la privatizzazione della religione”, aderendo allo “spirito cosmopolita” di cui sopra.
[Roberto Bertoni]