03/07/13

Wong Kar Wai, IN THE MOOD FOR LOVE


Cina, 2000. Con Maggie Cheung e Tony Leung

La rapidità, secondo Italo Calvino, è un pregio letterario. Indubbiamente ciò è vero se rapidità, come negli intendimenti dello scrittore ligure in Lezioni americane, significa concisione. Al contrario si trasforma in limite, a noi pare, se è passaggio rapido e superficiale da una sensazione all’altra, da un’inquadratura all’altra, che impedisce di cogliere il profondo della realtà, o anche solo di gustare la pregnanza del momento. A questo livello s’impone piuttosto la meticolosità, la lentezza; ed è strano, in un certo senso, come questa puntigliosa esplorazione del tempo e dello spazio la si ritrovi in opere così diverse come la letteratura ottocentesca (e nel suo capolavoro di lentezza in quanto lunghezza espositiva, nondimeno un capolavoro, la descrizione della battaglia di Borodino in Guerra e pace) e in certi casi l’avanguardia. Quest’ultima predilige e teorizza il movimento e la fretta nella variante futurista, ma l’analisi priva di frenesia in certe varainti della neoavanguardia, in certo Godard della Nouvelle Vague, per esempio, di cui Wong Kar Wai riprende in parte elementi in questo In the Mood for Love, combinandoli con la tradizione pittorica cinese e un idioletto che ha sviluppato negli anni e che, col crisma di una classicità moderna, lo caratterizza. Ben evidente la sua lentezza che terapeuticamente si oppone all’effimero delle immagini spezzate delle pubblicità e al contempo la struttura a mosaico che si mette in contrasto col realismo assoluto delle pellicole commerciali.

L’intreccio è suggerito più da una contrapposizione di immagini che da una trama nel senso proprio e ci sono flashbacks che non immediatamente risultano tali. Poco per volta si definisce un mondo di somiglianze e differenze tra personaggi, di simmetrie e opposizioni che riporta alla sofferenza psicologica e a un fato meschino che non consente ai due protagonisti di coronare un amore.

In breve: Chow Mowan e Su Lizhen, vicini di appartamento, scoprono che i rispettivi coniugi vivono una storia sentimentale tra di loro, tradendoli. Quando si rendono conto che ciascuno dei due sa di quanto è successo, cercano di capire perché e come le infedeltà siano accadute ed entrano in sempre maggior contatto l’uno con l’altra, facendo amicizia fino ad invaghirsi, ma restando, anche per non cadere nell’errore dei loro partner, entro termini platonici. Ci sono viaggi e spostamenti; e errori delle coincidenze che impediscono loro di consumare l’amore.

È un film intelligente, che sa usare la colonna sonora con canzoni d’epoca in modo discreto e ironico, avvalendosi di due interpreti d’eccezione.

[Roberto Bertoni]