19/01/13

Vittorio Coletti, ROMANZO MONDO


Sottotitolo: La letteratura nel villaggio globale. Bologna, Il Mulino, 2011

Sempre più nei romanzi scritti in varie parti del mondo si notano somiglianze stilistiche e moduli omogenei di commercializzazione e consumo. In tal senso, più che di “opere che ambiscono all’universale” nel senso degli elementi canonici e dei valori spirituali e concettuali, si tratta secondo Coletti di “opere molto traducibili che ambiscono al mercato globale, desideroso di acquistare prodotti standardizzati e ben padroneggiabili, ma conditi di sapori locali” (p. 9).

A parere di Coletti si supera la trattura della letteratura suddivisa in storie nazionali e riemersa con forza nell’Ottocento; e, nell’ambito della globalizzazione, si adottano criteri extranazionali.

Uno degli elementi è l’introduzione di modelli occidentali in culture di diverso tipo come quella giapponese e indiana, con meccanismi di “ibridazione globale”, ma anche l’inserimento tematico di aspetti del “particolare” e del “regionale”, da ritenersi “primari” in quanto ancorano il pubblico a un ambiente specifico mentre inseriscono elementi esotici.

Quanto agli autori, si può parlare di una “Pluralità delle voci nell’omogeneità dei modi comunicativi” (p. 29).

Su un piano di geografia letteraria a livello tematico, non solo si assiste all’omogeneizzazione degli intrecci, ma si nota una pluralità di luoghi in cui si muovono i personaggi; e, nel caso dei bestseller internazionali, alla creazione di “un prodotto [...] indifferente alle specificità della propria cultura d’origine e solo attento a ciò che in essa è già stato assorbito nel resto del mondo, [...] un libro per tuti e ovunque. [...] È il tipico romanzo mondo di formato commerciale” (p. 77).

[Roberto Bertoni]