Cina, 1994. Tratto dal romanzo di Yu Hua. Con Ge You e Gong Li.
Il film accorpa vari elementi propri della poetica di Zhang Yimou: la
storia di una famiglia dagli anni Quaranta al Grande Balzo in Avanti, infine
alla Rivoluzione Culturale; la resistenza degli affetti e delle mozioni
solidali alle avversità; la sventura provocata da cause naturali, esterne e
legate al destino; il teatro musicale cinese, questa volta rappresentato dal
Teatro delle Ombre con pupazzi tradizionali e accompagnamento canoro. Gli
ambienti sono come in altri film del regista dettagliati, corposi,
corrispondenti al periodo storico. Ottima la recitazione, inevitabilmente essendo
gli attori di tale statura nel ruolo dei protagonisti maschile e femminile.
La storia è quella di Xu Fugui, figlio di una ricca famiglia di cui dissipa
il patrimonio al gioco, e della moglie Jiazhen, che arriva a lasciarlo per
questa suo vizio, ma si riassocia a lui e alla figlia quando, impoveritosi
totalmente e costretto a girovagare con una troupe
di teatranti di Ombre Cinesi, infine si ravvede, anzi per sua fortuna nel periodo
della rivoluzione, visto che le sue performance
per l’esercito comunista gli fanno acquisire meriti rivoluzionari, mentre il
neo proprietario del suo antico palazzo viene punito in quanto borghese.
Le vicende si sviluppano da qui, con la perdita del figlioletto, ucciso per
un incidente dal migliore amico di Xu Fugui, ma in parte dalla partecipazione
alla campagna di funzione del metallo del Grande Balzo in Avanti, che gli aveva
impedito di dormire per tre notti, rendendogli impossibile, addormentatosi, di
rivelare la sua presenza al camionista che lo investe. Anche la figlia muore in
parte per destino, ma in parte per l’inesperienza della guardie rosse che la
assistono nel parto al posto del primario destituito nei giorni della
Rivoluzione Culturale.
Non sorprende, insomma, che la pellicola sia stata messa al bando in Cina e
a Zhang Yimou sia stato proibito di filmare per tre anni, dato il discorso
critico nei confronti degli sforzi collettivi maggiori del maoismo.
Retrospettivamente, oltre che un film storico di interesse e un quadro d’ambiente
attento alle sfumature umane oltre che politiche, si tratta di una storia a
sfondo non solo sociale ma anche intimista, che salva i valori della fedeltà
coniugale e del nucleo familiare.
[Roberto Bertoni]