[Domenica a Seoul centro. Foto Rb]
Jae-Yong, 내 여자친구를 소개합니다. WINDSTRUCK. Corea, 2004. Traduzione del titolo originale: "Vi presento la mia ragazza". Con Jang Hyuk e Jun Ji-Yun
Kyung-Jin, poliziotta energica esperta di arti
marziali, arrestato per errore Myung-Woo, si innamora di lui ricambiata. La
prima parte della pellicola è una serie di gags
ed episodi romantici tenuti sul piano ironico fino a quando sconfinano nel
melodramma con un incidente d’auto durante un’alluvione, in cui Myung-Woo viene
salvato dall’affogamento da Kyung-Jin.
Le manovre del destino, tuttavia, non si fermano nella seconda parte della pellicola:
la vita del giovane è infatti reclamata dal fato quando, durante l’inseguimento
di un malfattore, resta ucciso da un colpo di pistola sparato da un altro
poliziotto, ma defilandosi costui, è lei a credere di averlo colpito. Cerca
varie volte di suicidarsi per la disperazione di aver perso l’amato e per il
senso di colpa, ma la volta che sta per riuscirci viene salvata per una
circostanza che dà sul magico; ed è in effetti tale, dato che da quel momento,
instaurandosi la terza parte del film, i due innamorati comunicano per via
paranormale.
Lui voleva trasformarsi in vento e pare la morte
lo abbia accontentato: è così che si mette in contatto con la fidanzata, che
frattanto ha superato la depressione ed è tornata al lavoro con sprezzo del
pericolo. Dopo vari altri colpi di scena, al quarantanovesimo giorno (l’ultimo
concesso ai fantasmi per soggiornare sulla Terra prima di passare
definitivamente nell’aldilà) lo spettro di Myung-Woo si mostra per accomiatarsi e
preannuncia l’arrivo nella vita di Kyung-Jin di un’anima simile alla sua, come
si verifica in effetti nella metropolitana nell’ultima scena, preannunciando così il seguito della storia, che
era in realtà il precedente film di Kwak Jae-Yong, Sassy Girl (2001), di cui dunque Windstruck è una specie di prequel.
Come la pellicola precedente, anche Windstruck (che personalmente preferiamo a Sassy Girl) ha avuto enorme successo in
Corea e in Giappone. Un po' troppo strappalacrime nell'ultima parte e molto basato, come nota giustamente la recensione di “Han
Cinema” [1], sulla recitazione di buon livello, l’avvenenza, l’abilità nel
ruolo di commedia di Jun Ji-Yun, alquanto accattivante nelle sue
nevrosi di poliziotta non sempre all'altezza dell'immagine di superefficienza che si vorrebbe dare; di orfana di una sorella gemella deceduta per essersi scambiata con lei e insomma anche in questo caso origine di un senso di colpa; oltre che di innamorata dapprima
felice e poi sofferente.
Con una miscela di
motivi (di cui sopra) e di generi (poliziesco, comedy, fantasy, racconto romantico) e non del
tutto stringente sul piano della struttura narrativa, non di meno è un film,
pur commerciale, realizzato con tatto nei confronti dei sentimenti dei personaggi.
Ottima la colonna sonora, con canzoni d’epoca degli anni Sessanta come Stay e Knocking on Heaven’s Door, che si adattano con duttilità alle scene in cui appaiono, i pezzi per orchestra di Yoshiki (Tears) e le musiche di Kwak Yeunjin (tra cui Windstruck, cantata da Youmi).
Ottima la colonna sonora, con canzoni d’epoca degli anni Sessanta come Stay e Knocking on Heaven’s Door, che si adattano con duttilità alle scene in cui appaiono, i pezzi per orchestra di Yoshiki (Tears) e le musiche di Kwak Yeunjin (tra cui Windstruck, cantata da Youmi).
NOTE
[Roberto Bertoni]