13/04/12

Marco Ercolani, SENTINELLA

Bazzano (BO), Carta Bianca, 2011. Con una nota critica di Alberto Bertoni

Suddiviso in varie sezioni, di una delle quali (PER LA MANO SINISTRA) abbiamo memoria in una precedente lettura, si tratta di un libro in cui riflessione sulla realtà e sulla parola si intrecciano in una scrittura caratterizzata, nella maggior parte dei testi, da periodare staccato e ritmato come versi, ma con logica prosastica del discorso.

La figura allegorica della “sentinella” è polivalente: osserva la notte, ma il suo è solo un tentativo (“La sentinella tenta di fguardare la vera luce della notte. Tenta”, p. 7). Come se il reale fosse inattingibile nella sua essenza, al contempo esplorabile di necessità. Dato che “Ogni realtà rinvia a realtà ulteriori”, che a loro volta sfuggono: “tangibili come la polvere nell’aria” (p. 6).

La funzione della “sentinella”, se essa, come presumiamo, allegorizza tra l’altro il poeta, o meglio la funzione “poeta”, non è di difendere dai pericoli circostanti, ma di espandere le conoscenze, senza temere le conseguenze: “La sentinella ha il dovere non di proteggere dal fuoco ma di esporre alle fiamme. Nessuno è immune dalla cenere futura. Nessuno deve esserlo o perderà la sua casa, la sua pagina” (p. 8).

Non sarà tuttavia opportuno cercare il significato univoco di questo termine, “sentinella”, che non delimita, bensì apre verso l’universo-parola e l’alterità. Infatti: “La mia sola profezia compiuta: esistere altrove” (p. 9).

Altre approssimazioni alla definizione della poesia: sul piano psicanalitico, “la poesia è abitare desideri impossibili” (p. 54); sul piano dei metalinguaggi, “l’arte come non-vita che deve essere viva” (p. 52); e unendo queste due dimensioni: “il poeta subisce il mondo come un universo già perduto, che potrebbe ritrovare con l’atto della parola” (p. 52).

Dietro l’esplorazione interiore, appare la tragedia umana e il dovere di esprimerla in modo partecipato, con approccio allusivo più che circoscritto dalla cronaca, come in questo componimento di tre versi: “Si contano le vittime solo da un’ora. / Saperlo e capirlo. / Abbassarsi verso i corpi” (p. 30).

[Roberto Bertoni]