09/11/07

Sevara Nazarkhan, SEN


[The singing girl. (Wooden statuette, private collection). Foto di Marzia Poerio]


Corsham (Wiltshire), Real World, 2007. Voce: Sevara Nazarkhan. Strumenti: Abdulahat Abdurashidov, Abdurahmon Holtojev, Toir Kuziev, Marat Maksudov, Shuhrat Mirusmanov, Farkhod Mirzaev, Timur Tahtaganov, Nargiza Yusupova .

Non siamo critici musicali, anzi non ci intendiamo molto di musica se non come ascoltatori, dunque questa incursione in un campo che non ci è proprio sembrerà inopinata, forse inopportuna. Fatto sta che, acquistato SEN, non siamo riusciti a staccarcene, lo riascoltiamo spesso e ci ha dato sensazioni in parte di ricordi antichi per la vibrazione vocale con elementi tradizionali nelle esecuzioni della cantante uzbeka Sevara Nazarkhan, in parte di fluidità per la musica (ha composto lei tutti i pezzi) e per gli arrangiamenti intelligenti ed eleganti [1].

Nazarkhan è una cantante pop come la definiscono? Va notato che suona il doutar e canta anche nel modo antico, come attestano gli album BAHTIMDAN (2000) e GOZAL DEMA (2004) [2], paralleli alla produzione orientata verso la musica leggera. In SEN, il pezzo che dà il titolo all'album (in italiano SEN significa "tu"), la musica pop c'è, ma nel senso migliore, contrastata dai sintagmi di pienezza vitale di Okhundjon Khakimov: versi come "Tu sei l'essere che nutre il mio cuore di gioia".

Se il pezzo denominato SEN è piuttosto propenso verso il blues, ci sono vari altri brani della raccoltra in cui sentiamo aspetti jazz e di frequente quei richiami ancestrali del canto che rendono il mix sonoro particolarmente interessante e gradevole. Per gli allineamenti alle continuità culturali, si ricorda soprattutto KUYOSHGA (testo di Mukhammad Yusuf). A parte il canto di modello folclorico, risaltano nei versi le metafore e la commozione: "L'acqua che scorre verso il sole: / non ti ho detto il mio dolore? / Perché non ascolti il mio lamento..."

La canzone che preferiamo nell'album SEN è KORGIM KELAR, con percussioni e altra strumentazione tradizionale e modulazione della voce (il titolo di questo pezzo significa "voglio vederti", scritta da Bobur Bobomurod).

Su "My Space" si può ascoltare KUNLARIM SENSIZ (versi di Nurmukhammad Isroil) [3]: "I miei giorni sono senza di te / le tue notti sono senza me / quanto aspetterà la vita? // Bruciavamo come stelle, pieni come la luna; / queste braccia desiderano ancora felicità, / ci siamo trasformati in un unico cuore, / la strada non si divide in due". Questo coraggio delle immagini cariche ci piace perché si applica ai sentimenti; segnala una perdita (una malinconia) e allo stesso tempo un cammino di continuità; leggendo questo testo, lo sentiamo come un richiamo alle spezzature che esistono e alla necessità di coerenza delle storie personali.

Si rivolgano al cuore e all'anima le canzoni per coinvolgere l'essere intero e sollecitarne risposte emotive. Per lo meno, così le viviamo noi...


NOTE

[1] Il sito personale di Sevara Nazarkhan è http://www.sevara.uz/. Tra le recensioni di SEN abbiamo apprezzato soprattutto quella dell'"Observer", 16-9-2007 (in Internet a http:// music. guardian. co.uk/ world/ reviews/ story/ 0,,2168499,00.html).

[2] Sue esecuzioni sonore da questi cd, nonché un video con canto e danza folclorici, si trovano sul sito di "National Geograhic" a http:// worldmusic. nationalgeographic. com/ worldmusic/ view/ page.basic/ artist/ content.artist/ sevara_ nazarkhan_ 1036.

[3] http:// blog. myspace. com/ index.cfm? fuseaction= blog. view&friend ID=2795912 &blogID= 314360826.


[Storie di musiche di Renato Persòli]