13/11/18

Marina Pizzi, DAVANZALI DI PIETA', 2008 (Strofe 41-45)

["A balcony compelled against the wall...". (Lerici 2018). Foto Rb]


41.

nel tiretto del mio rigagnolo
vado a spasso
regista del mio loculo.
per miglioria curo un balcone
coatto contro il muro tanto per fingere
la genesi del petto a mo’ di rondine.
la foga per la perla della rotta
la lascio alla bàlia carica di latte.


42.

nell’idillio del polso con il cuore
nel covo delle luci che non servono
la nuca muore.
in realtà un manico di sangue
aiuta a resistere col senso
sovrano sull’arietta della diva
vanissima. un sillabario corto
sparisce nella tasca del pezzente
tedio, di te non so dire
nemmeno il nome meglio
del teschio nella scodella che c’insegue.


43.

una miserrima rotta di condotta
con santità al minimo dell’office,
qua tale rimane lo zero nudo
dottore di sé senza guarire
né tori infilzati né lucertole al buio.
io altrove svellerei l’angolo
verso stoviglie di leccornìe strapiene
se del burrone è frutto il piede desto.


44.

il loquace animaletto della sostanza
ha il braccio breve non inaugura
né il salto né la stretta,
quasi imbroglia la sopravvivenza
con l’anfiteatro del livido del parco
coma.


45.

come si fa a lucidare gli stivali
se il fango è così prossimo?



[Le strofe precedenti sono sui numeri scorsi di Carte Allineate]