25/11/18

Luciano Canfora, LA SPIRALE DEL FASCISMO

In La scopa di Don Abbondio: Il moto violento nella storia. Bari-Roma, Laterza, 2018, pp. 13-19


Merito di Canfora è chiamare le cose col proprio nome, definendo le ideologie politiche della destra populista attuale come “fascistiche” (p. 15).

Canfora sottolinea che, se una presa del potere fascista come quella di Mussolini è improbabile nell’era contemporanea, esiste un “fascismo regime” e un fascismo post-1945 con la “capacità di riproporsi in forme aggiornate ben al di là delle formazioni esplicitamente neofasciste e perciò marginali” (p. 13).

Si tratta del “modo di affrontare la società di massa mobilitando e coinvolgendo le masse, e ottenendo consenso mescolando sciovinismo (da lanciare contro falsi bersagli) e welfare (purché compatibile con la parte più disinvolta e politicizzata del grande capitale)” (p. 14).

Tale operazione è stata facilitata dalla scissione tra “sinistra” e “popolo”, dato che la “sinistra”, messa tra virgolette da Canfora, non ha saputo dare risposta al disagio dei cittadini nei confronti dei sacrifici imposti dalla moneta unica e alle preoccupazioni relative all’immigrazione: “nella abdicazione della ‘sinistra’ ai compiti e ai fini per cui sorse, sono i nuovi movimenti fascistici pronti a lucrare su un disagio vero (e senza prevedibile riscatto). L’istanza di maggiore ‘giustizia sociale’ è stata regalata alla destra” (p. 15).

La Lega ha fatto propria “l’istanza antielitistica” e preme sul tasto demagogico della xenofobia, mentre l’“ex sinistra (En Marche in Francia e PD in Italia) si è assunta il ruolo di puntello dell’élite sedicente europeista” (p. 17).

La conclusione di Canfora è che “l’odierna paralisi italiana è molto istruttiva. È il segnale più chiaro della fine del ciclo della ‘democrazia politica’ otto-novecentesca, e al tempo stesso prova che il moto dell’‘eterno fascismo’ - come lo definì Eco - non dà segni di esaurimento” (p. 19).


[Roberto Bertoni]