25/10/18

Maurizio Molinari, PERCHÉ È SUCCESSO QUI

["Autumn again... The seasons take their course while politics deteriorates
all around us..." (Parco della Maggiolina, La Spezia 2018). Foto Rb] 


Maurizio Molinari, Perché è successo qui. Sottotitolo: Viaggio all’origine del populismo italiano che scuote l’Europa. Milano, La Nave di Teseo, 2018


Il capoverso iniziale di questo libro enuclea i suoi punti chiave: “Aggrediti dalle diseguaglianze, sorpresi dai migranti, flagellati da imposte e corruzione, bisognosi di protezione e sicurezza, feriti dalla globalizzazione, inascoltati dai partiti tradizionali e rafforzati nella capacità di esprimersi dall’avvento dell’informazione digitale, gli italiani hanno reagito consegnando le proprie sorti al primo governo populista dell’Europa occidentale […]” (p. 11).

Accanto al populismo, Molinari sviluppa il concetto di sovranismo che, spiega, promette “sicurezza agli elettori”, individuando dei nemici da abbattere: “dalle élite che opprimono ai migranti che invadono, fino alla globalizzazione che polverizza il lavoro” (p. 12). Se il nazionalismo del passato aveva come scopo il superamento della frammentazione e la formazione di Stati unitari, il sovranismo contemporaneo rivendica autonomia dalla globalizzazione. Si tratta di una “riedizione tribale del nazionalismo” (p. 21).

“Cinque tabù” facilitano l’avanzata dei populisti e dei sovranisti: “il timore dell’Islam, la competizione economica coi migranti, la paura di perdere l’identità nazionale, l’insofferenza dell’Europa come insieme di regole e il fascino di leader autoritari come Vladimir Putin” (p. 15).

Nei vari capitoli che argomentano questi aspetti, si trovano dati e analisi utili a capire come si sia pervenuti alla situazione attuale. Si nota qui, in particolare, l’impoverimento del 32,4 per cento delle famiglie italiane, che “arriva alla fine del mese con difficoltà”: è un segnale del disagio dei ceti medi, con un Meridione i cui problemi centrali sono “disoccupazione, povertà, corruzione, mafia e sfruttamento” e un Settentrione il cui “nemico è rappresentato da tasse oppressive, burocrazia asfissiante, servizi inadeguati” (pp. 27-28).

Molinari rileva che “se i partiti politici avessero dedicato più tempo e risorse al rafforzamento dei diritti dei cittadini, ciò avrebbe consentito al paese di avere uno scudo di anticorpi per fronteggiare la valanga populista” (pp. 50-51).

Nell’insieme, si ha un pamphlet che mette l’accento sul deprecabile stato di crisi della democrazia e della compagine sociale in Italia. 

Si aggiunge l’auspicio di chi scrive queste note che si ricostruiscano un’ideologia e comportamenti autenticamente democratici in grado di arginare la demagogia, le ideologie di destra e l’incompetenza di cui pare caduta vittima l’Italia di oggi.


[Roberto Bertoni]