19/09/18

Marina Pizzi, DAVANZALI DI PIETA', 2008 (Strofe 36-40)

["A choir of objects in that half-seen bar" (Deiva Marina 2018). Foto Rb]


36.

dolore di soppiatto
newton della mela marcia
stampella di acredine alla volta
dell’impero del tormento
torre del sonno. la giusta luce
dal panno del sudario
dal nome che stona sullo stretto.
un esule in trionfo verrà a leggere
le giare del sangue
il seno in nodo della bàlia.


37.

sotto la volta di un nodo di stoppia
barcolla il trave della cella.
il veto del sole sotto l’alluce
indica la strada del dietrofront.
l’azzurro mendìco del cielo nero
al bar del coro non grida mai.
appieno vuoto questo dividendo
la sa con pena la promessa livida.


38.

le preistorie dell’acciaio furono nidi
benesseri di arrivo
al varo di aurora.
culle di germoglio
il fato che si addica
al mormorio del sale
fato salino il rovescio da devolvere
al moto dell’orologio ad acqua.
qua la chiosa del diverbio
la sabbia con la terra fa capienza
gran musica di baracca la gran pena.


39.

sul piglio della rotta il naufragio
inarginato sfregio nello sguardo
dovuto alle carabattole del giro fatuo.
nel tempo da perdere per refuso
il dolore del vuoto.


40.

viaggi di perdenti questi cerini
reclamati dal ritmo della foce
dal delta di ricamo tra pozzanghere.
le lotte delle fionde hanno scalmanato
i fiori modernissimi di cieli.
il coltello dalla parte della lama
ha tagliato il treno in loculi.
dove il sole si conturba si fa di ghiaccio
il gerundio perpetuo il tuono della disfatta.


[Le strofe precedenti sono sui numeri scorsi di Carte Allineate]