01/09/18

Zhao Zhiping e He Wenliang, THE LOCKED DOOR


 [Locked Temple Door (Hong Kong 2017). Foto Rb]


Zhao Zhiping e He Wenliang, The Locked Door. Cina 2012. Titolo originale cinese 女人如花. Musica di Bian Liunian e Zhao Zhao. Con Huang Shengyi, Sun Zuyang, Yang Zi


Ribadendo una volta di più la nostra scelta a favore della lentezza, dei temi a sfondo umano e della qualità antiquaria e fotografica, diamo un giudizio naturalmente positivo per questo film girato con buon gusto, recitato con competenza, diretto senza pieghe e con un accompagnamento musicale di qualità.

La storia è quella della ragazza Yan Wen, vittima di un equivoco drammatico in un paese prossimo a Shanghai negli anni Trenta. Il fidanzato Jin Ren, tornato dagli USA dove ha fatto fortuna, promette di sposarla, le mostra il palazzo in cui andranno ad abitare e dove i due vengono afferrati da un rapimento amoroso. Mentre la riaccompagna a casa, si deve allontanare per incontrarsi con un amico, la lascia nella farmacia della famiglia di lei e promette di andarla a prendere, ma si ubriaca e dimentica l’impegno. La ragazza torna dunque a casa di notte da sola, s’imbatte in un ubriaco, Gouzi, scivola mentre cerca di aiutarlo, lui cerca di soccorrerla ma l’alcol fa sì che cada su di lei involontariamente e proprio in quell’istante (qui il tema è il destino, che ricorre, assieme alle coincidenze che gli sono proprie, in tutta la pellicola) una comare si affaccia alla finestra e interpreta malamente la scena che vede. Il giorno dopo, tutto il quartiere è al corrente della falsa notizia che Yan Wen è stata violentata da un ubriaco, il quale viene arrestato e trascorre, pur innocente, sette anni in carcere. Il fidanzato l’abbandona in quanto la giudica ormai disonorata. Yan Wen dà alla luce un figlio, del fidanzato, l’unico con cui abbia avuto rapporti amorosi, ma tutti pensano che sia il figlio della violenza subita, per cui passa anni chiusa in casa. Quando esce dal carcere, Gouzi, che non era un diseredato, bensì il figlio di un rispettabile impresario d’opera, propone alla famiglia di lei di prenderla con sé nella casa montana ereditata dal padre deceduto di recente e di vivere sotto lo stesso tetto come ospite. Lei accetta per il bene del figlioletto. Lui si attiene all’impegno preso di rispettarla. Poco per volta, queste due vittime della mala sorte e del pregiudizio cominciano a capirsi con reticenza e timidezza. Si rivela anche la storia di lui, che era stato escluso dalla fortuna paterna per una storia d’amore con una collega cantante d’opera, relazione vietata dalle convenzioni sociali di allora. Il figlio di Yan Wen muore in circostanze fortuite, morso da un serpente, lei se ne va allora dalla casa di Gouzi, ma alla fine ritorna, perché dopo gli anni con Gouzi ha compreso che è lui la persona di cui si può fidare e di cui si è innamorata. I titoli di coda rivelano che la storia è narrata dal figlio di Yan Wen e Douzi. Avevamo frattanto appreso che Jin Ren aveva perso il patrimonio e la propria nuova compagna al gioco, restando squattrinato e socialmente escluso, punito dall’imprevedibilità del fato, dunque, per la posizione pregiudiziale arrogante verso la fidanzata di un tempo.

Le scene di interni sono ricostruite meticolosamente. La vita quotidiana della cittadina della protagonista è ben restituita. Le inquadrature di esterni, soprattutto i paesaggi di montagna, sono esteticamente validi senza essere oleografici, bensì risultando la cornice della attività rurali e del lavoro in genere.

Colpisce che la storia politica sia esclusa da questa narrazione, sebbene gli anni Trenta siano stati caratterizzati da eventi decisivi e tragici per la Cina. Qui prevalgono i codici di comportamento della tradizione, cui i personaggi principali sono costretti a sottostare, trovando però un rifugio nell’autenticità dei sentimenti e nel ritiro dalla mondanità nel finale, che è allegoria, forse, del monito ad allontanarsi dall'alienazione provocata dalla nostra condizione moderna globale.


[Roberto Bertoni]