[Door to the outside sea (Killiney 2014). Foto Rb]
Julie Jung, A Girl at My Door. Corea del Sud, 2014. Con Bae Doo Na, Kim Tae Ri, Song Sae Byeok
Gli argomenti scabrosi non sono certo rari in molto cinema coreano; e
la tematica di questo film non fa eccezione, incentrata com’è sulle violenze subite in famiglia da parte di una ragazzina nella prima adolescenza, la pietà
di una ufficiale di polizia che l’accoglie in casa per essere accusata falsamente
dal padre della ragazza di averne abusato dato che aveva una relazione con una donna,
la punizione dei violenti in modo personalistico da parte della giovanissima,
infine la compassione della poliziotta che decide di non rivelare quanto la
ragazzina ha fatto contro nonna e padre e si prenderà invece cura di lei fornendole
la figura materna e il modello di ruolo di cui ha bisogno in quello che sarà un
lungo periodo di ritorno alla vita normale. A fianco di questi temi dominanti
troviamo quello dell’immigrazione clandestina, della piccola comunità pettegola
e isolata, restata fuori del progresso accelerato della Corea, e l’alcolismo.
La difficoltà di resa dei momenti più complessi nei rapporti
interpersonali risulta positivamente umanizzata invece che pulpizzata dall’interpretazione
magistrale delle due attrici, che svolgono ruoli complementari e rivelano
personalità diverse entro una base comune di introversione nata dalla pena.
Il paesaggio e i vicoli del paese sono anch’essi ripresi con
naturalezza accompagnata da una certa nostalgia preindustriale, seppure quel
mondo arcaico riveli in realtà tutta la sua segreta furia e negatività.
A Girl at My Door ha vinto parecchi premi.
[Roberto Bertoni]