01/03/18

Bae Yong Kyun, WHY HAS BODHIDHARMA LEFT FOR THE EAST? A ZEN FABLE

[Bongeunsa Buddhist Temple (Seoul 2011). Foto Rb]


Bae Yong Kyun, Why Has Bodhidharma Left for the East? A Zen Fable.  Corea del Sud, 1989. Con Huang Hae Jin, Sin Won Sup, Yi Pan Yong. Musica di Jin Gyu Yeong


È un film lento, pittorico, riflessivo, filosofico, totalmente opposto alle tendenze commerciali, scritto dal regista che l’ha composto nell’arco di sette anni. Ogni dettaglio è importante. Ogni scena è essenziale. Il dialogo è ridotto al minimo, dal che si esalta il silenzio e risalta l’inutilità di stili di discorso verbosi.

Si svolge in un eremo montano, in cui abitano due monaci, l’anziano Hye Gok e il giovane Ki Bong e Hae Jin, bambino orfano.

La domanda del titolo si riferisce alla trasmissione del Buddhismo in Cina, ma più a fondo significa che senso ha la scelta buddhista. La risposta è in parte fornita nel corso del film esplicitamente con citazioni e massime sull’uscita dal mondo che contiene dolore e in cui l’attaccamento può solo condurre a sofferenze. In parte rispondono le azioni e le decisioni di libero arbitrio di Ki Bong che vuole tornare al mondo e alla fine lo farà.

Alcuni elementi sono basati sulla cultura tradizionale, per esempio la danza sciamanica, la cui attante pare sapere della morte imminente del monaco anziano.

Hye Gok trasmette vari koan durante il film e compito di Ki Bong è risolverli per muovere verso l’illuminazione.

Il maestro muore e Ki Bong, infine, esegue i riti che gli sono stati richiesti come ultima volontà.

Questo bel film ha una religiosità profonda non retorica, tutt’uno con l’immersione nella natura e nel silenzio dei boschi nel passaggio delle stagioni.

La scena in cui il bambino ferisce un uccello, come pure il desiderio di Ki Bong di vivere nel mondo, sono probabilmente richiami che Kim Ki Duk ha adoperato, ingigantendoli e rendendoli meno consoni alla mentalità buddhista, nel film Primavera, autunno, inverno… e di nuovo primavera.


[Roberto Bertoni]