27/09/17

Francesco Cassata, FANTASCIENZA? / SCIENCE FICTION?



[Futuristic objects in vitro in a tea house guarded by Chinese 
statuettes under an industrial landscape (Brussels 2017). Foto Rb]


Francesco Cassata, Fantascienza? / Science Fiction? Torino, Einaudi, 2016. Traduzione inglese di G. McDowell. Edizione Kindle


Il saggio di Cassata, bilingue in italiano e in inglese, rivisita la fantascienza di Primo Levi, ovvero il volume Storie naturali, pubblicato sotto lo pseudonimo di Damiano Malabaila nel 1966, e il successivo Vizio di forma, questa volta col nome reale dell’autore, del 1971.

Sfata l’idea di “un Levi ‘imbarazzato’ di fronte ai suoi stessi racconti scientifici”, non solo ricordando come lo pseudonimo degli anni Sessanta fosse stato voluto dalla Casa Editrice anziché dall’autore, ma mettendo in rilievo, con citazioni da lettere e articoli, che Levi si ascriveva al genere fantascientifico, pur preferendovi le dizioni di “favole, divertimenti, stranezze”, con meno reticenze di altri contemporanei, tra cui Calvino.

Se, da un lato, Cassata conferma la continuità tra il Levi del lager e quello dei testi fantascientifici (individuando in alcuni racconti “lo stravolgimento nazista di uno spazio e di un’attività – il laboratorio e la pratica sperimentale –”), non la spinge, come è stato fatto, al punto di ignorare la specificità della produzione postbellica.

Lo stesso Levi si definiva “un anfibio”, “diviso in due metà”: quella della fabbrica e quella dello scrittore e vedeva appunto nella fantascienza un tratto d’unione.

Sul piano del riflesso sociale, Cassata vede in Storie naturali “l’euforia ‘prometeica’ dell’Italia del boom economico” e in Vizio di forma le “inquietudini della fine dell’‘età dell’oro’”, individuando anche una sensibilità pre-ecologica nel secondo libro, in cui, accanto alla denuncia dei limiti dello sviluppo, permane però “l’ottimismo della ragione” quanto alla possibilità di rettificare gli errori.


[Roberto Bertoni