29/12/16

Endo and Scorsese, SILENCE

Shushaku Endo, SILENCE (Titolo originale giapponese 沈黙, CHINMOKU, 1966), traduzione inglese di William Johnston, Tokyo, New York, Londra, Kodansha International, 1982.
Martin Scorsese, SILENCE, Messico, Italia, Taiwan, USA e UK 2016. Con Tadanobu Asano, Adam Driver, Andrew Garfield, Liam Neeson


Non siamo stati in grado di vedere la precedente versione cinematografica di Masahiro Shinoda (1971), che sicuramente avrà influenzato Scorsese, per il quale ultimo, rispetto a Endo, si potrà dire che gli aspetti narrativi, a parte il finale, modificato, vengono restituiti, come pure la narrazione in prima persona.

Più accentuato in Endo è il concetto della difficoltà del Cristianesimo di attecchire in Giappone perché l’autore, cattolico, lo riteneva incompatibile in gran parte con la coscienza nipponica. Come dichiara l’inquisitore giapponese nel romanzo: “I’ve told you. This country of Japan is not suited to the teaching of Christianity. Christianity simply cannot put roots here” (p. 292). Inoltre, “the Christianity you have brought to Japan has changed its form and has become a strange thing” a contatto con le credenze popolari locali.

Precisa il traduttore di Endo che l’autore “is the first one to put forward with such force and to draw the clear-cut conclusion that Christianity must adapt itself radically if it is to take root in the ‘swampo’ of Japan” (p. 1).

Nello sfondo storico ci sono i fatti reali dell’iniziale approvazione (XVI secolo) del Cristianesimo e poi della sua persecuzione nel secolo successivo.

Con alcune immagini degne di nota, sia architettoniche che di natura, e una ricostruzione minuziosa di interni non ricchi e antiepici, il film di Scorsese riprende gli elementi centrali della narrazione, forse puntando sull’elemento dell’abiura con maggiore sottolineatura che su altri temi, e con interpretazioni di alto livello.

L’abiura di Padre Ferreira, dovuta a una miscela di timore della tortura crudele inflitta sia a lui che ad altri, quindi inizialmente per salvare altre vite, forse, ma poi con la conversione alla spiritualità nipponica e il matrimonio imposto con una donna giapponese, conduce altri due missionari in Giappone a scoprire la verità e porta al loro coinvolgimento con le comunità cristiane che vivono la religione clandestinamente come i Cristiani occidentali delle origini. Da qui si dipana una storia di fedeltà, tradimento, tentativo non sempre riuscito di vivere secondo le proprie iniziali convinzioni, escogitazioni machiavelliche della politica per estirpare la religione avversata.


[Roberto Bertoni]