[What path to the future? (Singapore MRT, 2016). Foto Rb]
Donald Low e Sudhir Thomas Vadaketh, Hard Choices. Sottotitolo:
Challenging the Singapore Consensus. Singapore, NUS, 2014
Il volume mette in evidenza
quanto Singapore sia al contempo una delle società più prospere del pianeta e
una delle più ineguali, con redditi bassi al punto più basso della scala
sociale a paragone di altri paesi sviluppati e non alti livelli di felicità
sociale nonostante gli indubbi enormi progressi nel senso del benessere a
partire dall’indipendenza nel 1965.
Un aspetto della questione è
quello della meritocrazia, che costituisce la base dell’ideologia dominante. Se
da un lato limita fortemente la corruzione e fornisce opportunità comuni a ogni
strato sociale e gruppo etnico, oggi molti Singaporiani percepiscono il sistema
meritocratico con un senso di minore equanimità che in passato: “part of this
dissatisfaction with meritocracy is a reaction to growing inequalities of
income and more conspicuous displays of wealth in Singapore” (p. 4).
Low osserva che l’ineguaglianza
di reddito è cresciuta negli utlimi dieci anni circa e individua alcuni “miti”
dell’ideologia liberista dominante, mettendoli a nudo e negandoli, cioè il mito
che la crescita dell’ineguaglianza sia una conseguenza necessaria della rapida
crescita economica e una condizione necessaria per la concorrenza (p. 18); il mito
che il modo migliore di soccorrere gli indigenti sia di aiutare gli abbienti
(p. 21). Con ogni evidenza, come nota
Low, “unequal resources easily translate into unequal access to opportunities”
(p. 25).
Vadaketh punta sull’idea d’identità
nazionale fondata sui valori di “hard work, tolerance, the importance of
meritocracy, and the belief in pragmatism” (p. 91), che sembrano essersi
indeboliti negli ultimi anni, in parte anche per la mutate composizione della
popolazione dei residenti con l’accesso, fino al 2011, di circa un 50% di
immigranti, sia forza lavoro intellettuale altamente qualificata, sia lavoratori
con mansioni manuali, entrambi i gruppi con valori, almeno iniziali, diversi da
quelli della popolazione originaria: “the migrant of today will probably never
integrate like the migrants of yesterday” (p. 68).
[Roberto Bertoni]