11/06/16

Kathrine Sowerby, TRE POESIE




[The gorse path (Powerscourt 2016). Foto Rb]


1.

WHATEVER THERE IS

My island of summer and sandy soil,
sun shaded by tall trees and sleep.

Days carving knives, forks and spoons from gorse,
lining nests with plants gone to seed.

Crushed flowers served in mollusc shells,
I invite oystercatchers to eat.

Build houses in winter with coconut timber,
strip leaves, tie their veins, and sweep.

And bridges from trunks, resistant to salt,
to their eggs; spotted, cryptic, and weak.

Nurse them with water and palm heart drips,
send them seafaring, buoyant, and deep. 

(Da: New Writing, Edimburgo, Scottish Book Trust, 2014, p. 111)


QUELLO CHE C’È

L’ isola mia è estate e suol di sabbia,
l’ombreggiano alberi alti e sonnolenza.

Giorni a cavare coltelli, cucchiai e rebbi dalla ginestra,
a vestire nidi con piante andate a semenza.

I fiori tritati li servo sulle conchiglie,
e gli ostrichieri invito alla mensa.

Edifica case d’inverno con fusti di cocco,
togli le foglie, legane i nerbi, e ramazza.

E ponti dai tronchi, che resistano al sale,
per la covata; fragile, criptica, chiazzata.

Nutrila con acqua e stille di cuore di palma,
mandala per mare, ottimista, con profondezza.


2.

THIS IS THE ARRANGEMENT

This is the arrangement: a gingham tablecloth,
yellow everywhere, and everyone is eating lunch;
scraps of skin and bone and small dishes of broth
overshadowed by movement in the trees, and pouncing.

Yesterday was hard-edged, all spikes and locked doors,
mean words thrown like plates, crashing on broken tiles.
Tears stinging on wind-bitten cheeks.

This is the arrangement: dogs curled up in the snow
protecting their infants. They whimper for attention,
wary as grasshoppers. Their bones are fused, light as coral,
dense as newspaper.

Today is as smooth as a train gliding on well-oiled tracks.
A hand stroking velvet. The length of a thigh. Thoughts
slipping in and away; well practiced and easy.

This is the arrangement: flickering white spots:
the desert is jumping. The pack lift their ears,
skulk together and lick at fallen berries. Fur-slicked,
they bounce their bushy tails and bark to be petted.

(Da: New Writing, Edimburgo, Scottish Book Trust, 2014, p. 112)


L’ACCORDO È QUESTO

L’accordo è questo: una tovaglia di percalle,
tutta gialla, e tutti finiscono di pranzare;
avanzi di bucce e lische e brodo nelle scodelle
adombrati dal movimento fra gli alberi, pronti a scattare.

Ieri è stata dura, solo aghi e porte chiuse a chiave,
cattiverie lanciate come piatti, spaccati su piastrelle rotte.
E le lacrime che bruciano sulle guance tagliate dal vento.

L’accordo è questo: i cani rannicchiati nella neve
che proteggono i cuccioli. Frignano in cerca d’attenzioni,
cauti come cavallette. Hanno le ossa a pezzi, leggere come corallo,
fitte come notizie.

Oggi tutto fila liscio come un treno su rotaie lubrificate.
Una mano che accarezza il velluto, lungo la coscia. Pensieri
che vanno e vengono, con scioltezza, preparati prima.

L’accordo è questo: macchie bianche baluginanti:
il deserto è all’attacco. In branco drizzano le orecchie,
e leccano furtivi le bacche cadute. Col pelo lustro,
agitano la coda ispida e abbaiano in cerca di coccole.


3.

COASTLINE DISTURBANCE

Everything was dirty, crumbling, when we arrived on the island:
a storm pressing the process of dissolution underground.

We found a reconstruction of intimacy behind the church
charged with its own image. Reasons for this reflect truth

threatened by badly made contradictions and imprecision.
It became obvious at the time what was going on.

Low ceilinged bluntness as I’ve never observed. Even today. Flooding
into widespread beliefs so entrenched nobody understands.

Tune in with the temper, count the burning ideals.
A paperback refers to survival as spiritual.

We emerge after midnight filling the darkness with living.
Disappointments seem further across the ice

casting uneasy attitudes from the uncomfortable peninsula
north, flapping, into the waterway.

(Da: Glasgow Review of Books, Febbraio 2015)


DISTURBI SULLA COSTA

Tutto era sporco, fatiscente, quando arrivammo sull’isola:
la burrasca precipitava il processo di sfacelo nascosto.

Trovammo una parvenza d’intimità dietro la chiesa
sotto accusa per la propria immagine. Le ragioni riflettono una realtà

insidiata da contraddizioni mal poste e imprecisione.
Era chiaro all’epoca cosa stesse succedendo.

Ottusità di bassa lega come non avevo mai visto. Nemmeno oggi. Riversarsi
in massa in convinzioni diffuse così radicate che nessuno capisce.

Sintonizzatevi coi tempi, valutate quelle idee scottanti.
Un opuscolo parla di spiritualità nella sopravvivenza.

Riemergiamo dopo mezzanotte riempiendo col vivere le tenebre.
Le delusioni sembrano più lontane oltre il ghiaccio

gli atteggiamenti di disagio della penisola scomoda
a nord, relegati, con agitazione, in acque navigabili.



[Traduzioni di Monica Boria]