["Was she a tourist from Japan? So curious... so kind..." (Singapore 2016). Foto Rb]
Giorgio Amitrano, Il mondo di Banana Yoshimoto (1999). Milano, Feltrinelli, 2007
Composto da un’intervista
del 1998, da vari interventi critici brevi di Amitrano e da illustrazioni di
Nara Yoshitomo e Nara Masumi, questo libro conciso fornisce vari momenti del
mondo narrativo di Yoshimoto, scrittrice su cui la critica si è, almeno fino a
qualche tempo fa, divisa tra chi la giudica letteraria e profonda e chi ne vede
solo aspetti sociologici, a noi pare che questa autrice intelligente compendi
entrambi gli aspetti, delineando la vita con leggerezza ma anche tragicità
mascherata da semplicità postmoderna.
Amitrano,
docente di letteratura giapponese oltre che traduttore di Yoshimoto, la vede
inserita, assieme a Haruki Murakami, in un periodo in cui in Giappone “è
entrata in crisi una tradizionale divisione tra due tipi di letteratura”,
quella “pura” e quella “di massa” (p. 106): una caratteristica, a dire il vero,
degli anni Ottanta, o meglio a partire da quel decennio, anche in Italia e in
altri paesi.
Lo scarso
riferimento diretto a problematiche sociali conferisce un’aria di universalità
alle sue storie, nondimeno riflettono la dinamica del rapporto tra individuo e
società: “I personaggi di Banana, piuttosto che assumere una posizione
apertamente polemica nei confronti del sistema capitalistico, cercano di scavare
in esso spazi privati dove tentare di vivere in conformità ai propri valori
personali” (p. 94).
Comportamenti
scabrosi come l’incesto vengono delineati senza indulgere nell’erotismo.
La violenza in certi suoi testi potrebbe far pensare al feuilletton ottocentesco, ma, nota Amitrano, Yoshimoto se ne
allontana per “la collocazione di questo denso coagulo di violenze in una
posizione periferica rispetto al nucleo centrale del racconto” (p. 98). Riguardo
la “sessualità irregolare”, l’autrice, da parte sua, dichiara di non voler
rappresentare un’allegoria del Giappone contemporaneo, ma di denunciare,
utilizzando “la naturalezza” dei comportamenti, il fatto che “le persone
diverse sono discriminate” (p. 53).
Dietro il tragico, Banana
Yoshimoto spera di far emergere anche una “felicità” per la vita; e predilige autori
come Isaac Bashevis Singer e Dario Argento perché, a suo parere, fanno “esplodere
le potenzialità dell’essere umano” (p. 21).
[Roberto
Bertoni]