[New Year Preparations (British Museum 2015). Foto Rb]
Christina Yao, Empire of Silver. Cina, Hong Kong, Taiwan 2009. Con Hao Lei, Kwok Aaron, Jennifer Tilly, Zhang Tielin
Tratto da un romanzo di Chen Yi, il film è una
narrazione storica, a un primo livello, dell’impero finanziario della famiglia
Kang, nella provincia dello Shanxi, durante le ultime fasi della dinastia Qing.
I Kang controllavano dapprima il trasporto di argento e furono tra coloro che
introdussero la carta moneta e il risparmio pubblico.
Sul piano della ricostruzione storica, il film mette
in rilievo, da un lato, i meccanismi economici e politici del periodo, dall’altro
ricostruisce con meticolosità antiquaria il quadro d’epoca, con riprese non solo
delle mura poderose di Pingyao e altre architetture e palazzi, ma anche di
interni e costumi autentici, alcuni ricostruiti nei minimi dettagli, altri
presi in prestito da musei cinesi, come rivela la regista in un’intervista a cura di Annie Tung.
Al contempo, il film ha un filo epico con storie di
vari personaggi, in prevalenza i figli di Kang e le loro famiglie, e alcune
diramazioni in racconti secondari e una spazialità molto estesa che varia dallo
Shanxi a Beijing al deserto mongolo.
La parte melodrammatica, e il nucleo strettamente
narrativo, è affidata al triangolo amoroso creatosi tra il terzo erede,
innamorato di una ragazza che gli ha insegnato l’inglese, ma è stata costretta
a sposare il padre del ragazzo, creando una situazione di impossibilità della
realizzazione dell’amore, tipica del melodramma asiatico orientale, non solo
cinese. La situazione dei due innamorati si chiarirà alla fine, ma saranno
costretti a restare separati dal destino infausto che porta lei negli Stati
Uniti e lui a diventare il capofamiglia Kang in tempi difficili.
La base ideologica è confuciana, tale almeno si
presenta la filosofia dei banchieri rappresentati in questa pellicola.
[Roberto Bertoni]