[From a Chinese shop window (Paris 2014). Foto Rb]
Un pluripremiato romanzo di fantascienza cinese è approdato in Occidente: si tratta di The Three-Body Problem (prima ed. cinese 2006), il primo capitolo della trilogia scritta da Liu Cixin, tradotto in lingua inglese da Ken Liu (New York, Tor Books, 2014).
Questa “nuova
epopea spaziale” coinvolge la Terra, un pianeta alieno (Trisolaris), e le
rispettive civiltà, lontane fisicamente e culturalmente, ma accomunate da un
futuro di possibile distruzione che toccherà all’una o all’altra, a distanza di
450 anni. Il motore della vicenda è una scoperta scientifica che permette a una
scienziata terrestre d’inviare una richiesta d’aiuto allo spazio remoto. La
studiosa, vittima di un buio capitolo della storia cinese, lancia un messaggio
in codice a chi nell’universo fosse in grado di ascoltarla: chiede di
conquistare la civiltà umana, ritenuta ormai senza speranza.
Oltre a essere
una space opera, il romanzo è
definibile come hard science fiction:
quella fantascienza dal carattere più fortemente scientifico e tecnologico che
emerge fin dal titolo, richiamando un problema di meccanica classica fondato
sull’interazione gravitazionale di tre corpi. Questi non sono altro che i tre
soli che, gravitando intorno al pianeta Trisolaris, rendono le condizioni di
vita sullo stesso particolarmente difficili. I suoi abitanti sono quindi
costretti ad abbandonarlo e l’occasione viene offerta proprio dalla
richiesta d’aiuto terrestre.
La scientificità
del testo non ne intacca l’efficacia narrativa, al contrario, contribuisce a
produrre immagini di grande bellezza. Esemplare in questo senso è un “computer
umano” ideato nel corso di un videogioco che sarà centrale per lo sviluppo
degli eventi: grazie al sollevamento e all’abbassamento di bandiere migliaia di
soldati funzionano come bit, riescono
a riprodurre la potenza computazionale di un computer e vengono uccisi dal
proprio sovrano in caso di malfunzionamento; questa scena, efficace dal punto
di vista sia esplicativo che estetico, è stata interpretata come una rappresentazione
metaforica della forza lavoro cinese, spesso sacrificata in nome del progresso.
La marcata presenza
di contenuti scientifici (reali e immaginati) può dare l’impressione di un’apparente
noncuranza per lo sviluppo dei personaggi e per la componente umana della vicenda,
che al contrario contiene un’importante riflessione sui valori dell’uomo e sul
suo precario posizionamento rispetto all’universo: se da un lato la narrazione
della recente storia cinese ne fa emergere la bassezza morale, dall’altro
la sua vulnerabilità viene sottolineata in relazione a una natura maestosa e a leggi
fisiche immutabili.
Al di là della struttura
fantascientifica dell’opera, è la sua matrice cinese che ne determina l’unicità.
Viene infatti raccontato con crudo realismo un paese che, grazie a questo genere
nato come prodotto d’importazione occidentale e considerato da molti come
letteratura per bambini, riesce a parlare di sé. È proprio la Rivoluzione
Culturale, infatti, che fa da sfondo alle vicende (si tratta di un capitolo di
storia che non di frequente è conosciuto in occidente o trattato apertamente dalla
letteratura tradizionale), e che compare insieme ad alcuni problemi che la Cina
di oggi si trova a dover affrontare.
In questo senso,
l’immaginazione e la creatività che contribuiscono alla creazione di un testo narrativo
sono elementi vitali per la fantascienza made
in China: in un panorama letterario spesso soggetto a limitazioni, i
lettori cinesi trovano in essa una fonte d’intrattenimento, una valvola di
sfogo, e soprattutto uno spazio in cui poter convogliare quelle riflessioni,
voci critiche e aspirazioni di cui la letteratura tradizionale non si fa sempre
portavoce. È come se lo stesso alieno, togliendo credibilità al
testo letterario, rendesse possibile la trattazione della realtà cinese in
tutti i suoi aspetti. Anche grazie a questo elemento, oltre a un universo
grandioso caratterizzato da leggi fisiche eterne, The Three-body Problem racconta la Cina di ieri e di oggi, che non
è poi così distante, e che con le sue problematiche e fragilità riesce a essere
incredibilmente attuale. Riscoprendo nell’alieno la propria immagine riflessa e
osservando la realtà di oggi e di ieri da una prospettiva futuristica, il
lettore, cinese od occidentale, può immaginare futuri possibili ed
eventualmente evitarli.
[Chiara Cigarini]