Giappone
2012. Titolo originale: おおかみこどもの雨と Ōkami
Kodomo no Ame to Yuki. Testo di Mamoru Hosoda, co-sceneggiato da Satoko
Okudera.
La predilezione per il lupo, in anni recenti, ha
superato, si direbbe, il timore ancestrale e la personificazione della malvagità,
se si notano nella realtà il ripopolamento in zone forestali-rurali con
perplessità degli agricoltori; e, nella fantasia, la riedizione talora meno cruenta, talora all’opposto da Pulp Fiction, di
storie come Cappuccetto Rosso, o l’esaltazione
del carnivoro per eccellenza in quanto Mr Hyde in film di vampiri, finanche la
mitizzazione come nel film Wolf Totem
di Jean-Jacques Annaud, che ha suscitato l’intervento correttivo dello
scrittore mongolo Guo Xuebo (“The wolf has never been a totem of the Mongolian people”, anzi al contrario è oggetto di odio per la
distruzione e la morte che perpetra).
Nel cartone animato di Hosoda, si combinano le due nature
allegoriche, quella aggressiva e cacciatrice lupesca, e quella umana che
controlla gli impulsi violenti, come pure un assunto animalista ed ecologico.
Il padre dei due fanciulli protagonisti, Ame e Yuki, è un
uomo-lupo, di cui s’innamora inizialmente ignara, poi consapevole per sincera ammissione da parte di
lui, sposandolo, la studentessa universitaria Hana, presto rimasta madre single a causa della morte del marito
quando i figli, creature a volte umane e a volte lupi a seconda dell’umore, sono ancora in tenera età.
Come crescere i bambini nascondendosi, dato che non sarebbe semplice rivelare chi sono davvero? Hana si rifugia
con la famigliola in montagna e vive il più possibile in isolamento, e comunque
nella clandestinità anche quando realizza rapporti di buon vicinato con le
famiglie dei montanari e manda i figlioletti a scuola, con l’ingiunzione di mai
rivelare la natura lupesca, mantenendo in pubblico solo l’identità umana.
Non sempre ci riescono. La ragazzina, comunque, Ame, che
ha un temperamento estroverso, prende la strada dell’umanizzazione completa,
rivelando il suo segreto a un ragazzo che ha aggredito e di cui si innamora. Il
più piccolo, Yuki, che sembrava il più pauroso dei due, diventa invece un lupo,
allontanandosi dal consesso umano sulle vette. Interessante, sotto questo
aspetto, l’inversione delle tendenze innate e la scelta di campo di entrambi.
Assente il repertorio orroroso del lupo mannaro, fortunatamente.
Il personaggio di Hana è sviluppato con tratti
caratteriali di compassione, altruismo e dolcezza.
Belli i paesaggi, i movimenti dei protagonisti,
la tecnica di animazione in genere; e i colori, per esempio l'impermeabile giallo di Hana, mobile nel vento, contro lo sfondo bigio della tempesta nell'episodio conclusivo della pellicola.
[Roberto Bertoni]