Città del Messico, Joaquín Mortiz, 1978
Come appare evidente dalle
convoluzioni iperboliche del testo, dalla presenza invadente delle prestazioni
sessuali, dalle continue metamorfosi dei personaggi e dai colpi di scena
frequenti, questo romanzo è un gioco con la forma e le modalità del poliziesco.
L’autore medesimo dichiara: “Quise divertirme escribiendo
una parodia del género de espionaje, la historia de un James Bond del
subdesarrollo” [1].
Il protagonista, dapprima sotto
il cognome di Maldonado, poi, dopo che gli è stata modificato il volto da
un’operazione chirurgica, con quello di Velasquez, è un agente segreto suo
malgrado, al servizio, senza saperlo fino alla conclusione, o quasi, della
vicenda, di un ex compagno di università arricchitosi, e a sua volta agente
segreto a tripla identità, che, produttore di petrolio messicano, con una serie
di manovre spericolate, opera come falso agente della CIA e dei servizi
israeliani, con lo scopo, in realtà, di conservare per il Messico la mappatura
dei pozzi nazionali, iscritta sulla pietra di un anello che passa di mano in
mano per tornare infine al tenutario originale, mentre sono perite due donne
amate da Maldonado e la terza, la moglie, si è rivelata, da fedele compagna, come si riteneva inizialmente, invece una pedina del gioco spionistico.
L’intreccio è ancor più complesso e intricato di questa breve descrizione.
L’aspetto ludico non si sottrae
a citazioni cinematografiche, come pure colte: Maldonado e il suo mandante, per
esempio, comunicano con messaggi cifrati fondati su versi tratti da Timone di Atene di Shakespeare.
Dietro l’aspetto giocoso,
tuttavia, si rivela un tessuto impegnato, che comprende in primo luogo il
mantenimento del controllo messicano sulle risorse nazionali; viene così
denunciato il contrabbando di petrolio verso gli USA e altri stati. In secondo
luogo, ma molto in evidenza, c’è una denuncia della politica israeliana nei
confronti dei palestinesi: Sara, una delle donne amate da Maldonado, israeliana,
denuncia le violenze e vede il proprio amante palestinese ucciso dopo
l’arresto; altri personaggi di origine ebraica, e parte della comunità
messicana, sono favorevoli al sionismo e coinvolti in giochi di potere. In
terzo luogo, e collegata alle problematiche appena citate, si profila la
globalizzazione dell’economia sullo sfondo della crisi economica del 1973,
determinata appunto dalle questioni petrolifere.
Scrittura corposa e volutamente
esagerata in direzione del truce. Composizione strutturale per quadri di un
rompicapo. Una voce narrativa in terza persona nelle prime tre parti del
romanzo, in cui la prima persona che risolverà il mistero compare solo
accennata tre volte prima di occupare l’intera quarta parte.
[Roberto Bertoni]
[1] Jaime Alberto Galgani,
“Carlos Fuente y su incursión en la narativa policial”, Alpha, 29.2009, pp. 67-83.