21/03/15

Carlo Fuentes, LA CABEZA DE LA HIDRA


Città del Messico, Joaquín Mortiz, 1978

Come appare evidente dalle convoluzioni iperboliche del testo, dalla presenza invadente delle prestazioni sessuali, dalle continue metamorfosi dei personaggi e dai colpi di scena frequenti, questo romanzo è un gioco con la forma e le modalità del poliziesco. L’autore medesimo dichiara: “Quise divertirme escribiendo una parodia del género de espionaje, la historia de un James Bond del subdesarrollo[1].

Il protagonista, dapprima sotto il cognome di Maldonado, poi, dopo che gli è stata modificato il volto da un’operazione chirurgica, con quello di Velasquez, è un agente segreto suo malgrado, al servizio, senza saperlo fino alla conclusione, o quasi, della vicenda, di un ex compagno di università arricchitosi, e a sua volta agente segreto a tripla identità, che, produttore di petrolio messicano, con una serie di manovre spericolate, opera come falso agente della CIA e dei servizi israeliani, con lo scopo, in realtà, di conservare per il Messico la mappatura dei pozzi nazionali, iscritta sulla pietra di un anello che passa di mano in mano per tornare infine al tenutario originale, mentre sono perite due donne amate da Maldonado e la terza, la moglie, si è rivelata, da fedele compagna, come si riteneva inizialmente, invece una pedina del gioco spionistico. L’intreccio è ancor più complesso e intricato di questa breve descrizione.

L’aspetto ludico non si sottrae a citazioni cinematografiche, come pure colte: Maldonado e il suo mandante, per esempio, comunicano con messaggi cifrati fondati su versi tratti da Timone di Atene di Shakespeare.

Dietro l’aspetto giocoso, tuttavia, si rivela un tessuto impegnato, che comprende in primo luogo il mantenimento del controllo messicano sulle risorse nazionali; viene così denunciato il contrabbando di petrolio verso gli USA e altri stati. In secondo luogo, ma molto in evidenza, c’è una denuncia della politica israeliana nei confronti dei palestinesi: Sara, una delle donne amate da Maldonado, israeliana, denuncia le violenze e vede il proprio amante palestinese ucciso dopo l’arresto; altri personaggi di origine ebraica, e parte della comunità messicana, sono favorevoli al sionismo e coinvolti in giochi di potere. In terzo luogo, e collegata alle problematiche appena citate, si profila la globalizzazione dell’economia sullo sfondo della crisi economica del 1973, determinata appunto dalle questioni petrolifere.

Scrittura corposa e volutamente esagerata in direzione del truce. Composizione strutturale per quadri di un rompicapo. Una voce narrativa in terza persona nelle prime tre parti del romanzo, in cui la prima persona che risolverà il mistero compare solo accennata tre volte prima di occupare l’intera quarta parte.


[Roberto Bertoni]


[1] Jaime Alberto Galgani, “Carlos Fuente y su incursión en la narativa policial”, Alpha, 29.2009, pp. 67-83.