19/10/14

Zhang Xin, AVALOKITESVARA


Cina, 2013. Con Li Chun, Nakaizumi Ideo, Nie Yuan, Ryoko Nakano, Sang Weilin, Siqin Gaowa, Wang Zengqi


Il film rappresenta con fedeltà ai costumi e interni d’epoca, e con citazioni da mantra e precetti buddhisti, una leggenda relativa a Guanyin (o personificazione femminile di Avalokitesvara, Bodhisattva, allegoria della compassione).

Per proteggere un principe della dinastia T’ang dal padre Imperatore che potrebbe ucciderlo per non farlo succedere al trono, la madre lo affida a dei monaci buddhisti, commissionando una statua di “ceramica mistica”, cioè ottenuta con un procedimento particolare e difficile. Dopo vari tentativi, il giorno in cui la ceramica viene infine compattata nella cottura, viene trovata su uno stagno di loto una culla con una neonata, che il fabbro adotta chiamandola Piccola Loto. Vent’anni dopo, il principe deve sfuggire alle persecuzioni paterne, trova rifugio sull’isola di Piccola Loto, sfugge all’arresto col suo aiuto. La ragazza si dimostra compassionevole in estremo e devotamente buddhista. Frattanto, un monaco giapponese viene inviato da una regina a chiedere ai monaci cinesi che la custodiscono la statua di Guanyin perché l’ha sognata e ritiene possa portare benefici di pace e prosperità al Giappone. Il monaco non la riceve al primo viaggio, ma gli viene consegnata al secondo, dopo che circostanze eccezionali e l’intervento pietoso di Piccola Loto hanno salvato la vita a lui e ad altri. Morto l’Imperatore ed eletto sovrano il principe, la statua si avvia verso il Giappone, ma una tempesta scaraventa statua e monaco in mare: sarà Piccola Loto a salvare il monaco a prezzo della vita, conseguendo il Nirvana in quanto Avalokitesvara, mentre la statua si arena sull’isola di Monte Putuo, ove esiste un tempio e si adora Guanyin.

Le ottime interpretazioni evitano una retorica troppo accentuata. In particolare Li Chun nella parte di Piccola Loto rivela umanità e un’emotività rivolte sempre ed esclusivamente al bene, ma riesce a non apparite leziosa. Caratterizzati da valori confuciani di obbedienza e lealtà i generali che cercano il principe. Abnegazione, testardaggine nel perseguire fini nobili, sacrificio personale, compassione, “trattare chiunque come la propria famiglia” sono i valori chiave. Belli i colori, i templi, il mare.

[Roberto Bertoni]