Milano,
Rizzoli, 2009
Il racconto si trova nella raccolta dal
medesimo nome.
L’interesse principale, da parte nostra, è
nell’àmbito della rappresentazione dello straniero, se tale si può definire,
meglio sarebbe dire di persone che si trovano in Italia e non sono
(originariamente) di nazionalità italiana, un tema su cui siamo già intervenuti.[1]
Anche Maraini, come altri, ma naturalmente non
tutti, sceglie una modalità di rappresentazione in negativo.
Ciò non significa in negativo nel senso dell’avversione
per l’extracomunitario, come purtroppo pure accade in altri casi. Maraini ha
un’adesione umana molto chiara ed espone il tema del racconto in modo da
suscitare attenzione, in chi legge, per le piaghe della prostituzione giovanile
e del maschilismo conscio e inconscio, mentre intreccia altri temi sociali con
angolazione impegnata: la mafia e il riciclaggio dei materiali inquinanti nel
Mediterraneo. Questo racconto è insomma una denuncia di problemi gravi in cui
si trovano la Sicilia, ma più in generale l’Italia e ancor più ampiamente il
pianeta.
La negatività di cui parliamo non implica un giudizio di valore, ma intende indicare la rappresentazione della protagonista, un’extracomunitaria molto giovane, in quanto parte di un mondo marginale e squallido:
“Sta in piedi contro un muro, tenendo una
gamba ritta e l’altra piegata, come una gru. Ha i capelli ricci, nerissimi che
le incorniciano la faccia tonda e infantile. Porta scarpe dalle zeppe di
sughero e lacci che salgono lungo i polpacci magrissimi. Ha la pelle scura, di
un profondo colore notturno. Si direbbe una bambina di dieci anni, anche se si
guarda attorno con fare adulto e spavaldo. Come se avesse paura, ma nello
stesso tempo sfidasse la propria paura con modi sicuri, fumando una sigaretta
dietro l’altra. Per terra, attorno a lei, tante ciche e qualche pacchetto
vuoto, sgualcito e pestato” (p. 13).
Nel corso del racconto, l’ingegnere D.B., il protagonista maschile, dopo avere vissuto in sé un istinto protettivo (vorrebbe dissuaderla dalla professione, proteggerla in qualche modo), invece la avvicina una seconda volta e ha un rapporto mercificato con lei.
L’abilità di Maraini consiste nella comprensione
psicologica di entrambi, priva d’idealizzazioni; ma allo stesso tempo,
nella denuncia, che traspare tanto più evidente, proprio perché non affidata a tendenze moraleggianti, della mentalità, degli schemi comportamentali e delle ideologie che portano a compiere
azioni come queste.
L’integrazione dello straniero qui è assente.
La comunicazione tra i nati in Italia e gli altri è sotto il segno della negatività.
Anche il tema dei materiali inquinanti
implica un rapporto negativo tra noi
e gli altri, in quanto si tratta di
traffici accompagnati da tangenti che coinvolgono il Nord Africa.
La dimensione familiare italiana è in contrasto
con la vita segreta del personaggio maschile: la moglie affezionata, i bambini
diligenti. La facciata di rispettabilità e i retroscena clandestini e illegali coesistono.
[Roberto Bertoni]
[1] Cfr. R. Bertoni, “Connectednes, identity and alienation in some Italian novels and films […]”, in Proceedings
of LibrAsia, Osaka, 2013.