[Was that modernity secretive and alienating? Or was it just as beautiful as it looked from the other side of the Han river? Foto Rb, Seoul 2013]
Son Hyeong-Seok e Choi Jung-Kyu, 투윅스 (Two Weeks). Sceneggiato televisivo.
Corea, 2013. Canale MBC. Testo di So Hyeong-Kyeong. Con Jo Min-Gi, Lee Chae-Mi,
Lee Joon-Gi, Park Ha-Sun, Ryu Soo-Young.
Jang Tae San viene a sapere di avere una
figlia con la leucemia, di nome Soo Jin, dalla ex fidanzata In Hye, con cui ha
rotto rudemente otto anni prima e che lo contatta solo perché, non avendo
trovato donatori di midollo spinale per curare la bambina, Tae San potrebbe
essere l’unico donatore geneticamente compatibile.
La bambina lo riconosce da una foto che
ha di nascosto dalla madre, ma non lo dice a nessuno: accetta anzi il fatto di
avere un padre con gratitudine.
Tae San decide di donare il midollo
spinale, ma viene coinvolto in un omicidio da Moon Il Seok, il boss di
un’organizzazione criminosa per cui aveva lavorato Tae San otto anni prima.
Veniamo a sapere da un flashback che Il Seok aveva costretto Tae San a
subire il carcere al suo posto, minacciandolo altrimenti di ucciderlo assieme
alla fidanzata; ed è per questo (dunque per ragioni lodevoli, alla fin fine, e
in ogni caso moralmente giustificabili) che l’ha lasciata spingendola ad
abortire, per proteggerla dalla morte e perché non poteva occuparsi della nascitura,
contrariamente all’equivoco creatosi che invece l’abbia abbandonata. (Scopriamo
in seguito che si erano anche sposati).
In Hye, frattanto, si è fidanzata con
Seung Woo, un commissario di polizia, proprio il medesimo che si occupa dell’inchiesta
sull’omicidio.
L’omicidio in questione è quello di una
ragazza, Oh Mi Suk, che aveva ripreso su una telecamera un incontro segreto tra
Il Seok e una rispettabile, in superficie, Senatrice Jo Seo Hee, che è in
realtà coinvolta nel traffico di droga. Mi Suk era l’amante, riluttante ma
costretta col terrore, di Il Seok, ed era platonicamente innamorata di Tae
Jang. Il Seok and Seo Hee intercettano una telefonata di Mi Suk a un avvocato
che è sulle loro tracce, Park Jae Kyung, ed è per questo che la liquidano. Mi
Suk riesce a disfarsi della telecamera che finisce per una serie di coincidenze
in mano alla fidanzata del coinquilino di Tae Sang, ma per il momento non lo sa
nemmeno il neo-possessore dello strumento ottico, quindi Tae Sang, attirato da
una telefonata fasulla di Mi Suk a casa di lei, colpito alla testa mentre entra
nell’appartamento, si risveglia coperto di sangue con un coltello in mano; e
oltre a queste prove evidenti (sebbene architettate) della sua colpevolezza, ne
sono state predisposte altre, in breve viene incastrato e pare privo di ogni
alibi. Seo Hee riesce a ottenere che venga trasferito all’Ufficio del
Procuratore Generale, presso il quale può esercitare la sua influenza politica,
anche se non ha confessato alcun reato alla polizia. Tentano anche di ucciderlo
mentre si trova in custodia presso un commissariato, fallendo in tale
tentativo. Durante il trasferimento dal Commissariato alla Procura, a causa di
un incidente, nella confusione Tae Jang riesce a scappare in moto. Inseguito
dalla polizia e dalla banda di Il Sook, come in un incubo, tra continui
equivoci sulla sua presunta colpevolezza che si moltiplicano col passare delle
puntate invece di dissiparsi. Fino al lieto fine, in cui il protagonista si
discolpa, si rivelano le sue buone intenzioni anche nell’aver rotto la
relazione con la fidanzata anni prima per non metterla in pericolo; infine
ricostruisce la sua vita privata e la sua famigliola a scapito del rivale in
amore, il quale tra parentesi, a complicare la situazione, vista l’integrità
che lo caratterizza, si impone di accettare la nuova situazione
nonostante il dispiacere.
Come spesso accade in alcune serie
coreane, il grosso dell’intreccio viene messo in rilievo nelle prime puntate,
lasciando le variazioni sullo sviluppo e una suspense inferiore, ma mai
tacitata, alle puntate successive. La storia di Tae San si dipana così poco per
volta con flashback di episodio in episodio; e tramite rivelazioni di
altri, nonché casualità, com’è anche in questo caso tipico delle serie coreane:
in particolare l’incontro fortuito con l’uomo che doveva uccidere otto anni
prima, ma non ne era stato capace. La vittima era sopravvissuta ed ora salva
Tae San dalla morte, estraendogli un proiettile ricevuto durante la fuga.
Abbiamo detto “come spesso accade” e
abbiamo utilizzato la parola “tipico” poco sopra. Dovremmo correggere, perché,
sì, c’è una tipicità, forse inevitabile dato che si tratta di letteratura
popolare, ma andrà anche indicata la specificità, all’opposto, convivente con quella
tipicità e riposta nelle scelte personali degli autori dei testi dei vari
sceneggiati, per lo più a dire il vero autrici, e dei registi. Nelle serie
coreane lo stile non è senza importanza. Il livello letterario non è affatto
scadente e si frammischia alle necessità ripetitive e commerciali.
Passiamo a un altro aspetto di Two
Weeks. C’è uno sfondo psicanalitico. L’avversione di Tae San per il sangue
deriva dal suicidio di sua madre, che egli aveva trovato in un lago di sangue
da fanciullo, rientrando a casa, mentre gli sfuggivano tra le dita gocce rosse
di ribes gelato da due ghiaccioli che teneva in mano. Scena rituale, ma con una
sua estetica del colore.
Muovendo ora verso i rapporti tra
sceneggiati coreani e occidentali, notiamo in questo caso la somiglianza, per
l’assunto narrativo principale (la fuga di un innocente accusato di un
delitto), con The fugitive (serie trasmessa negli U.S.A. tra il 1963 e
il 1967), una cui scena, dal remake cinematografico a colori del 1993,
viene citata quale omaggio al precedente e archetipo, presentandola come flash
mentale di Tae Jang, ricordo visivo che lo rende cosciente delle azioni che
intraprenderà la polizia nei suoi confronti, con un’interessante
intertestualità tra il presupposto di realtà e la fiction. Altro film
citato (nell’episodio 4) Holiday.
Si osservano poi vari elementi di
intertestualità con la serie coreana Cruel City: le manette
aperte con una forcina; la frase “se riveliamo l’identità di un informatore,
che informatore mai sarebbe?”; il Commissario figlio del Procuratore Generale.
Si crea così un repertorio codificato che verrà poi ripetuto in altre serie
fino a quando non si renderà trito e sarà sostituito da nuove possibilità.
In Two Weeks, ciascuno ha un
segreto e una motivazione personale. Park Jae Kyung, la procuratrice onesta,
aveva instaurato un rapporto personale con la vittima dell’omicidio, che aveva
recuperato da una storia di droga, sentendosi ora responsabile della sua morte
dato che Mi Suk agiva per suo conto, accettando, per accertarne le
responsabilità con delle prove, di essere l’amante di Il Seok. Più in profondo,
Jae Kyung ha scelto la professione legale per vendicare il padre ucciso da Moon
e Jo ed è da otto anni che cerca di trovare elementi certi contro di loro.
Sul piano proiettivo, l’ideale cui
conformarsi è quello dell’innocente equivocato, dunque del debole cui viene
fatta un’offesa e che cerca di restituire credibilità alla propria figura, ma
soprattutto di colui che agisce in parte ai margini della legge ufficiale,
fuggendo invece di costituirsi, per una superiore ragione etica, che è quella
di salvare la vita della figlia.
Le ideologie si estendono a una critica dell’ipocrisia
politica, della corruzione e della collusione tra il potere e la criminalità
organizzata. Viene così svolta un’opera di critica sociale.
[Roberto Bertoni]