Milano, Bompiani, 2011
I protagonisti di
questo romanzo sono giovani provenienti da esperienze di studio privilegiate,
tra Harvard e la Bocconi, e si trovano a operare in una struttura
socioeconomica caratterizzata da arrivismo, gelosie, tradimenti. In tal senso,
soprattutto per il panorama umano che evoca, risponde alla neo-emotività tardo-moderna,
in base alla quale sono deperiti i valori etici e sono stati sostituiti in
prevalenza da cinismo e rivalità non privi di risvolti affettivi.
Abbiamo inoltre
un panorama di appartenenza di classe agli antipodi nei due protagonisti
principali: Alfredo, che dopo aver tentato al ribellione alla condizione
sociale privilegiata dalla quale proviene ed essere stato respinto dall’Università
italiana dal docente che gli preferisce, in posizione di “delfino” il suo
migliore amico Donka, si mette, non senza contraddizioni, in società col padre
e intraprende una carriera finanziaria e di costruttore edile che, malgrado
alcuni errori, gli frutta denaro fino a un crollo nel finale. Donka è un
migrante di origine albanese, con aspirazioni più semplici e studioso,
nondimeno alla fine si approprierà di somme di denaro sia dell’amico, sia di un
socio con cui si è immesso in un circuito di “truffe piramidali”[1].
Il falco in sé è
Alfredo, che non esita ad appropriarsi del know
how dell’amico per andare avanti all’università e anche della sua ragazza
anni dopo. Ma il falco che emerge dall’apparenza di colomba e finisce anche lui
per tradire prima di tutto la propria coerenza è Donka.
L’ambientazione è
cosmopolita, si veda tra gli altri il personaggio della corata Drina che
viaggia da VIP pendolare tra vari aeroporti e città. Buona cosa che Donka sia
rappresentato come una persona con una sua psicologia prima che come migrante,
pur se questa caratteristica gli conferisce un aspetto di presa sulla vita e la
sua comunità, personificata da un amico albanese e dalla madre di costui, venga
pure resa senza pregiudizi e in modo decisamente corretto nell’ambito, a questo
livello, di una società multietnica.
L’obiettivo
sociale della polemica è la speculazione edilizia, l’insensibilità degli
operatori finanziari, l’assopimento del fattore umano in nome del
raggiungimento del successo, la corruzione e i suoi meccanismi descritti in un
certo dettaglio, l’uso anche degli oppositori per conseguire scopi commerciali
(come nel caso in cui viene lanciato un progetto di riqualificazione urbana contando,
per la pubblicità gratuita, sull’occupazione dello stabile da parte dei
politicamente contrari).
Sul piano
mimetico, forse più vicino alla realtà comune il mondo affettivo dei giovani
personaggi che il miraggio della ricchezza rispetto alle aspettative concrete e
scarne di tale generazione nell’hic et
nunc odierno.
Un aspetto
metanarrativo è la presenza di un personaggio che dice io, che racconta in
parte gli eventi e in parte vi partecipa, ma con un ruolo secondario. Forse per
assegnare credibilità alla storia inventata? Perché, inoltre, ci fa venire in
mente, su determinati piani, l’io narrante del Grande Gatsby di Fitzgerald?
Un che troppo lungo,
questo romanzo di Latronico, dunque a tratti ripetitivo, a nostro avviso, ma
questa è forse una preferenza del tutto personale.
[Roberto Bertoni]