29/08/13

Shin Yoon Sub, ROOFTOP PRINCE (옥탑방 왕세자)



[Statua di Re (Gwangwamun, Seoul 2012). Foto Rb]



2012. Serie televisiva coreana in 20 puntate. Testo di Lee Hee Myung. Con Choi Woo Shik, Han Ji Min, Jeong Yu Mi, Jung Suk Won, Lee Tae Sung, Lee Min Ho, Park Yu Chun.


Entriamo nel fiabesco di questa fiction dalla porta del tetto, tramite la quale, provenienti da una fessura spaziotemporale, provengono dall’era Jeoson il principe erede al trono con un gruppo di aiutanti e consiglieri. L’irruzione nella vita della padrona di casa, la giovane e popolana Pak-ha. Ora, come in ogni serie sudcoreana che si rispetti, l’intreccio è assai denso. Semplificando un po’ le cose: Pak-ha era figlia di un uomo sposato a una donna che aveva un’altra figlia, Se-na, che odiando Pak-ha era riuscita all’età di nove anni a spedirla via su un camion che per fatalità aveva avuto un incidente, da cui l’amnesia di Pak-ha e il suo invio in orfanotrofio e di lì negli USA. Ritrovato il padre dall’America, Pak-ha arriva a Seoul proprio appena in tempo per celebrarne le esequie, ma ritrova la madre adottiva con cui può finalmente riunirsi, inizia a vivere con lei, che viene frattanto rinnegata dalla vera figlia Se-na a causa della sua povertà (fa la pescivendola), visto che Se-na ha mire si scalata sociale e vuole sposare il suo capufficio Tae-mu, che ha ucciso in America per incidente (in realtà verso il dodicesimo episodio si scopre che era solo in coma, non deceduto), ma poi occultando il fatto, il cugino Tae-yong, che sarebbe una reincarnazione del Principe ereditario viaggiatore del tempo, il quale poco per volta si rende conto di essere piombato nel presente del ventunesimo secolo con due scopi: a) chiamato dal reincarnato per riabilitarlo; b) per capire attraverso il comportamento anche si altri reincarnati, in particolare Pak-ha e Se-na, cosa c’era che non andava nella sua corte nel periodo Jeoson. E lo capisce, restaurando la giustizia, e infine innamorandosi della Pak-ha dei nostri tempi, che è la persona la cui precedente incarnazione era la vera, altruista innamorata del Principe e non la moglie, mentitrice fedifraga. L’azione degli episodi iniziali e finali si svolge nel passato. Le ultime scene parrebbero suggerire la possibilità di una comunicazione per lo meno astratta oltre il tempo, per forza dell’amore, tra il Principe e Pak-ha.

Siamo in piena leggenda. E se questa narrazione resiste è perché senza ombra di dubbio chi l’ha concepita ha consapevolezza di un universo di fiabe e leggende, che paiono ancor degne di essere narrate e riescono a interessare un pubblico che ha raggiunto punte di audience tra il 14% e il 17% in alcune puntate.

Ciò che ci pare distingua questa storia da simili resipiscenze del passato nel presente è la sua autenticità fiabesca, pur in parte modellata su consimili Ifiction occidentali, ma priva di quell’artificialità che caratterizza queste ultime in società in cui invece il fiabesco classico si è estinto e viene risctruito in modi non sempre non discutibili.

La reincarnazione provvede paradossalmente un elemento di credibilità nel fantastico della cultura condivisa da una gran parte del pubblico sudcoreano, giustificando coincidenze e il viaggio nel futuro del principe coi suoi scudieri.

La madre biologica che ritrova le figlie è un tema ricorrente delle serie coreane, almeno negli ultimi anni. Più rinomata di altre in proposito, forse, per la notorietà della cantante protagonista Iu, qui in veste di attrice, You are the best, Lee Su Shin, ove però si dà un conflitto tra la madre rediviva che reclama il suo ruolo e la figlia cresciuta da altri, mentre in Rooftop prince il perdono della madre fuggita da parte delle figlie abbandonate è immediato.

Le sorelle sulla scia di Cenerentola, anche se non una ricca e una povera, bensì una buona e l’altra cattiva.

A noi è piaciuto.


[Roberto Bertoni]