Firenze, Clinamen, 2009
Panella ritiene erroneamente che la critica su
Pasolini sia stata prevalentemente accademica e che chi ha scritto sul suo
cinema non si sia occupato di letteratura e viceversa (p. 10). Osserva tuttavia correttamente
che oggi, al contrario che in passato, si può parlare di Pasolini in modo più
bilanciato.
In polemica con posizioni
ideologiche (soprattutto di Asor Rosa), osserva che i primi due romanzi (Ragazzi di vita e Una vita violenta) rivelano il tentativo di costruire un modello
gramsciano di nazional popolare e di recuperare usi di un linguaggio non solo
standard e una “qualità ‘espressiva’” della scrittura (p. 19), fondata sul
cinema, che è per Pasolini una “forma espressiva di rottura rispetto alla
letteratura iscritta nella lingua della koiné”
(p. 28) e per questo diverrà una sua modalità di espressione fondamentale.
Il rapporto di Pasolini col
cinema, “mito” nato prima ancora della scrittura letteraria, nell’infanzia (p.
37), è prevalentemente linguistico e costituisce una trasposizione di
procedimenti letterari. “Il linguaggio del cinema”, per Pasolini, “è fatto di
figure stilistiche il cui significato è mutuato dalla letteratura e il cui
senso è dato dalla realtà che mostrano” (p. 53): non è quindi né “rivelazione
mimetica”, né “pura metafora del reale” (p. 54).
L’analisi si dipana attraverso
varie opere cinematografiche, da Teorema,
a Padre selvaggio, a Medea, film, quest’ultimo, “tanto povero
quanto potente nell’espressività e nel silenzio, tanto complesso e aperto ai
segni che lo attraversano quanto potente nell’espressività e nel silenzio,
tanto complesso e aperto ai segni che lo attraversano quanto esteticamente
composto nella sua aspirazione a farsi solo e soltanto senso ed espressione
poetica” (p. 98).
Accattone è
caratterizzato dalla contrapposizione delle dimensioni corpo e storia, che nella
Trilogia della vita diverrà invece “equazione
simbolica tra corpo e immagine, tra corpi e loro rappresentazione come
immagine, non più riflesso di essi” (p. 99).
Dobbiamo ammettere di non
concordare che in parte con l’autore di questo saggio: l’aspetto ideologico è
fondamentale in Pasolini quanto la resa estetica; e le polemiche vennero in
definitiva suscitate non solo dai critici ma da Pasolini medesimo e
costituiscono un elemento fondante della sua poetica. Nondimeno un’analisi
della sfera estetica e del primato del cinema anche come modulo narrativo
risultano interessanti.
[Roberto Bertoni]